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Allarme zecche, aree a rischio in aumento

Nuovo allarme zecche in Italia: aumentano le aree a rischio con una massiccia presenza di questo parassita, a cominciare dal Trentino Alto Adige

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Silvio Frantellizzi

Silvio Frantellizzi

Giornalista

Giornalista pubblicista. Da oltre dieci anni si occupa di informazione sul web, scrivendo di sport, attualità, cronaca, motori, spettacolo e videogame.

Una zecca

Allarme zecche in Italia, aumentano le zone a rischio in Trentino Alto Adige: l’innalzamento delle temperature durante i mesi invernali ha indotto una riduzione del periodo di letargo di questi parassiti, finendo con lo stimolare la loro precoce attività.

Nuovo allarme zecche: aumentano le zone a rischio

Una nota della Fondazione Edmund Mach di San Michele dell’Adige, riportata da ‘Ansa’, ha riferito che nonostante il periodo di maggiore attività delle zecche sia normalmente quello compreso da maggio alla metà di giugno, per via delle temperature superiori alla media durante marzo e aprile, è possibile incontrare i parassiti anche in ambienti con vegetazione cespugliosa e boschiva, partendo dal fondovalle e arrivando fino a 1.400 metri di altezza.

La Fondazione Edmund Mach, da più di vent’anni, si occupa di monitorare la presenza di patogeni pericolosi per l’uomo nelle popolazioni di zecche in Trentino, una delle regioni più avventurose d’Italia: lo fa mediante un’unità di ecologia applicata. Al momento è sotto osservazione la valle dei Laghi, con un monitoraggio che riguarda i roditori selvatici, i principali serbatoi degli agenti patogeni trasmessi da parte delle zecche.

L’attività di ricerca, oltre alla valle dei Laghi, viene allargata anche ad altre zone del Trentino Alto Adige: in particolare lo studio si concentra nelle zone che sono state colpite dalla tempesta di Vaia, visto che i dati fin qui raccolti hanno evidenziato un aumento della presenza di zecche in queste aree.

Gli effetti indiretti dei cambiamenti climatici contribuiscono all’aumento del rischio sanitario per diversi patogeni, soprattutto per quelli a trasmissione vettoriale. Solitamente le zecche dei boschi iniziano la ricerca dell’ospite per il pasto di sangue necessario a completare il suo ciclo di sviluppo quando le temperature salgono sopra i 7/10 gradi, ma a volte anche con temperature inferiori, specie nei versanti che sono esposti a sud.

In Trentino Alto Adige le malattie trasmesse dalle zecche più diffuse sono la malattia di Lyme e l’Encefalite da zecche, chiamata anche Tbe. La malattia di Lyme viene causata da un batterio che necessita una cura antibiotica; la Tbe viene trasmessa da un virus per il quale l’Apss, l’Azienza provinciale per i servizi sanitari, offre gratuitamente la vaccinazione ai residenti.

Zecche in Italia, la mappa delle zone più popolate

Da diversi anni l’allarme zecche in Italia è tornato quasi all’ordine del giorno, basti pensare che al mese di settembre del 2023 si contavano almeno dieci casi di persone in prognosi riservata in Veneto dopo essere state a contatto con esemplari di questo parassita.

In Veneto, inoltre, durante l’anno passato ci sono stati 18 casi di Tbe, l’Encefalite da zecche, di cui fortunatamente 8 nella forma meno invasiva, l’infezione virale. Tra le zone con la più alta concentrazione di zecche, oltre al Trentino Alto Adige, ci sono anche i rilievi del Vicentino e le aree di montagna del Friuli Venezia Giulia.

Nel 2022 ci sono state diverse segnalazioni di zecche in Piemonte, soprattutto tra i boschi e nei territori di montagna; alcuni casi isolati hanno riguardato anche altre zone d’Italia, come la Sardegna. In generale le temperature più calde degli ultimi inverni hanno contribuito a favorire la proliferazione dei parassiti, con conseguenze che si ripercuotono nei mesi successivi.