Pesci "alieni" hanno invaso i fiumi e i laghi della Sardegna
La Carta Ittica regionale della Sardegna ha mappato la presenza nelle acque dei laghi e dei fiumi sardi di moltissime specie "aliene" o alloctone
La regione Sardegna ha pubblicato la “Carta Ittica della Sardegna” con lo scopo non solo di mappare la fauna ittica dei laghi e dei fiumi sardi ma anche per fare un passo in avanti lungo il percorso di tutela e valorizzazione del patrimonio naturalistico. I fiumi e i laghi della Sardegna, infatti, sono sempre stati considerati un importante scrigno per le biodiversità.
L’ecosistema acquatico della Sardegna e le sue specie ittiche
Da una ricerca portata avanti dalla regione Sardegna e poi spiegata nella “Carta ittica regionale” le acque dei fiumi e dei laghi sardi sarebbero per lo più abitate da pesci alloctoni o “alieni”. Attualmente le specie alloctone sono 16 a fronte delle 7 autoctone: di queste ultime la più abbondante è l’anguilla europea.
In particolare, il focus del documento verte sulle specie ittiche che abitano gli ecosistemi acquatici della zona con un approfondimento sulla consistenza delle popolazioni della Trota sarda. La Trota sarda nota anche come Trota mediterranea è l’unico salmonide autoctono della Sardegna ma ora è a rischio di estinzione. La presenza di questo pesce nelle acque sarde risulta segnalata per la prima volta nel 1777 dal naturalista e abate Francesco Cetti.
Nelle acque dolci dell’isola sembra che ora ci siano per la maggior pesci “alieni”, ovvero specie alloctone che sono state introdotte nell’ultimo secolo. Secondo i dati condivisi le specie autoctone si aggirano attorno al 26% mentre quelle alloctone attorno al 74%. Il gambero rosso americano originario del Messico, ad esempio, è tra le specie aliene maggiormente presenti. Questa specie è stata importata intenzionalmente in Spagna nel 1973 per la produzione commerciale di gamberi e poi da lì si è diffusa nel Mediterraneo.
Tra l’Ottocento il Novecento sono state introdotte nelle acque dolci numerose specie alloctone sia per contribuire alla lotta contro la malaria sia per favore la pesca sportiva. Un esempio di ciò è la gambusia introdotta nel 1922 nelle acque sarde per contribuire alla lotta biologica contro il vettore della malaria. Ora questa specie è parecchio diffusa nei fiumi e nei laghi della regione. Dagli anni Venti del Novecento numerosi pesci alloctoni sono stati importati per sostenere la pesca sportiva. In due tra i principali laghi sardi il lago Coghinas (in provincia di Sassasri) e il lago Omodeo (in provincia di Oristano) è stato importato il pesce persico, mentre nel lago di Baratz, sempre nella zona di Sassari, nel 1962 è stato introdotto il pesce gatto. Attualmente la pesca sportiva è stata regolamentata ed è consentita solo tramite concessioni demaniali in alcuni tratti fluviali come il Rio Butule (nel Sassarese) e i laghi Posada, Gusana e Govossai nella zona di Nuoro.
Le acque sarde minacciate dalla plastica
Oltre all’adozione di specifiche misure di tutela per la fauna ittica delle acque dolci la “Carta Ittica della Sardegna” tratta anche l’inquinamento causato dai rifiuti di origine antropica nelle acque dolci della regione. Secondo la ricerca la plastica con il 70% è risultato il materiale maggiormente presente, seguita dagli indumenti e dai tessuti (9%) e dal metallo (9%). Tra i materiali plastici le buste rappresentano il 60%, seguono i coperchi e i tappi di plastica (16%) e le bottiglie di plastica (PET) (11%).
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