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Alla scoperta della Valtellina, lungo i sentieri della Bresaola

Itinerario alla scoperta della Valtellina lungo i sentieri della Bresaola: tre giorni dedicati a trekking semplici adatti a tutta la famiglia

Un weekend di 3 giorni in Valtellina, tra natura e gusto. Trekking semplici e per tutta la famiglia in antichi borghi, riserve naturali e laghi alpini, sulla via del gusto, dalla Bresaola Igp, prodotto d’eccellenza noto in tutta Italia, ai Pizzoccheri di Teglio.

Primo giorno: Trekking del Lago Palù e nel borgo di Teglio

È uno degli itinerari più semplici da percorrere in tutta la Valtellina. Natura e sapori della tradizione sono gli ingredienti di questa passeggiata che arriva fino a circa 2.000 metri di quota in Valmalenco, fattibile per tutti, dove si raggiunge il meraviglioso lago Palù (sotto nella foto).

Qui troverete un paesaggio incantato, in ogni stagione, sia d’estate che d’inverno. Lo specchio d’acqua è circondato da boschi di conifere e incorniciato dalle cime delle Alpi. Il trekking ha una durata di circa un’ora. In inverno è possibile raggiungere il Lago Palù in pochi minuti a piedi, in leggera discesa, dalle piste del Palù, oppure, in ogni momento dell’anno, seguendo la mulattiera che sale da San Giuseppe e i Barchi.

L’itinerario parte da San Giuseppe, proseguendo in direzione della seggiovia. D’estate si può fare tutto a piedi, mentre in inverno ci si può servire degli impianti di risalita. Giunti alle sponde del lago Palù, si costeggia il lago verso sinistra, in direzione del rifugio Palù, da cui si gode una splendida vista sulla conca.

Nel pomeriggio si scende dai monti per una tappa di vero gusto. La meta è Teglio, uno dei borghi più visitati e turistici della Valtellina, noto sia per la sua splendida posizione panoramica, ma anche per essere meta gastronomica, in quanto patria del piatto più famoso di questo territorio: i Pizzoccheri della Valtellina Igp (sotto nella foto). Da non perdere è la visita di Palazzo Besta, un vero e proprio gioiello, ricco di affreschi e splendide sale; Piazza Santa Eufemia, la Torre “de li beli miri”, solitaria, ciò che rimane del castello medievale, e la Chiesetta di Santo Stefano.

Teglio, però, è soprattutto una meta di gusto: fermarsi in uno dei ristoranti tipici della zona o in un crotto tradizionale (locali ricavati nelle antiche cantine dove un tempo -ma anche oggi- si affinavano formaggi e salumi) è praticamente d’obbligo. Qui si gustano: Breasola IGP e Pizzoccheri, le tipiche “tagliatelle” corte di grano saraceno, condite con patate, verze, formaggio Bitto e Casera, burro e salvia. Un piatto simbolo, sostanzioso e incredibilmente buono.

Da non perdere in questa tappa:

  • La salita verso il Lago Palù;
  • Il borgo di Teglio;
  • Una visita a Palazzo Besta;
  • Appuntamento di gusto con la Bresaola Igp
  • Un piatto di Pizzoccheri della Valtellina

Secondo giorno: alla scoperta delle cascate dell’Acquafraggia e delle Marmitte Giganti

Il secondo giorno di questo tour di tre giorni in Valtellina inizia con un bellissimo sentiero ad anello che conduce dalle cascate dell’Acquafraggia di Piuro (sotto nella foto), in Val Bregaglia, al borgo medievale di Savogno (sotto nella foto), un piccolo paese popolato da una sola persona, dove le auto non arrivano: si raggiunge solo a piedi. Le cascate, formano un salto spettacolare e sono meta di turisti in ogni stagione dell’anno.

Il trekking inizia dalla base della cascata per risalire lungo il sentiero che in alcuni tratti ci passa davvero molto vicino, fino a salire al villaggio di Savogno, inserito come patrimonio UNESCO, e luogo in cui sembrerà di fare un tuffo nel passato. La percorrenza è di circa due ore e non presenta particolari difficoltà.

Terminata la camminata tra monti e spumeggianti cascate, è tempo di concedersi una pausa di gusto che ripaga della fatica: in zona sono presenti decine di crotti in cui provare la vera cucina valtellinese. Si inizia con Bresaola e Sciatt, le tipiche frittelline tonde di grano saraceno ripiene di Casera filante; Taroz, ossia una sorta di crespella di patate con fagiolini e formaggio fuso; polenta taragna con costine alla brace e i biscotti di Prosto, altra tipicità locale.


Nel pomeriggio concedetevi una bella passeggiata nel centro storico di Chiavenna, in cui ammirare Palazzo Vertemate Franchi, la collegiata di San Lorenzo, gli scorci delle case a strapiombo sul fiume Mera e il Parco delle Marmitte dei Giganti: lo si può raggiungere a piedi percorrendo vecchie mulattiere e i sentieri che portavano alle antiche cave di pietra ollare.

Sulle rocce levigate, e nelle grotte sarà possibile scoprire innumerevoli testimonianze della storia plurisecolare di questo luogo, grazie alle incisioni rupestri, segni grafici e forme geometriche che raccontano il passato di questa valle.


Da non perdere in questa tappa:

  • Cascate dell’Acquafraggia;
  • Borgo di Savogno;
  • Parco delle Marmitte dei Giganti;
  • Pranzo in un crotto tipico a base di Bresaola e Sciatt, Taroz e carne allo spiedo

Terzo giorno: sui monti dell’Alpe Prabello ai laghetti di Campagneda

Per l’ultima tappa del tour in Valtellina, tra natura e gusto, si sale nuovamente in quota. Un sentiero piuttosto facile da percorrere ed è adatto a tutti, bambini compresi, e molto panoramico.

Siamo in Valmalenco, nel cuore delle Alpi valtellinesi, ai piedi del Pizzo Scalino soprannominato anche il “Cervino della Valmalenco per la sua forma a piramide. Da qui parte un trekking alla scoperta dei laghetti di Campagneda: dal rifugio Ca Runcasch si sale lo sterrato per raggiungere dopo circa 10 minuti un piccolo pianoro panoramico. Venti minuti di camminata e si arriva al primo laghetto. Proseguendo oltre per altri 40 minuti si arriva al Lago Nero, il più grande degli specchi d’acqua.


Per chi ha ancora gambe e fiato – anche se l’itinerario non è particolarmente impegnativo – si può proseguire oltre, in direzione del Passo di Campagneda dove si trovano altri minuscoli laghetti incastonati nelle rocce.

Il ritorno può essere effettuato ripercorrendo la stessa via, oppure seguendo la variante in direzione alpe Prabello rifugio Cristina. Vale la pena di fare una sosta per il pranzo in uno dei rifugi dell’Alpe Parabello. La cucina rustica e tradizionale non manca: polenta concia con salsiccia e funghi, pizzoccheri, carne succulenta, selvaggina e, ovviamente, Bresaola a volontà.

Da non perdere in questa tappa:

  • Lago Nero sul Passo di Campagneda;
  • I panorami dell’Alpe Parabello;
  • Pranzo in rifugio a base di polenta taragna concia, funghi e selvaggina.