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Alga tossica, nuova allerta in Puglia: dov'è e i rischi

È di nuovo allerta per l'alga tossica, rinvenuta in abbondanza lungo alcuni tratti delle coste della Puglia: ecco dov'è diffusa e quali sono i rischi

È di nuovo allerta per l’alga tossica: nelle ultime settimane di luglio, stando alle rilevazioni effettuate dall’Arpa Puglia, è stata rinvenuta in grandi quantità in diverse località della costa ionica, con valori da bollino rosso. Vediamo di che cosa si tratta, quali sono i lidi coinvolti e quali sono i rischi per la salute dell’uomo.

Alga tossica in Puglia: dov’è

Come accade ormai da alcuni anni, l’Arpa Puglia mette in guardia i bagnanti dai pericoli dell’alga tossica Ostreopsis ovata, un microrganismo unicellulare che vive sui fondali rocciosi e produce tossine pericolose per l’uomo. Sebbene si tratti di una specie caratteristica dei mari tropicali, è stata introdotta nel Mediterraneo (probabilmente in modo del tutto accidentale) nei primi anni 2000.

Durante la stagione estiva, il monitoraggio continuo permette di tenere sotto controllo la diffusione di quest’alga tossica e di individuare le eventuali località in cui è presente in maggior concentrazione (come avvenuto di recente a Genova). Il report dell’Arpa Puglia, sulla base delle rilevazioni effettuate, nelle ultime due settimane di luglio 2022, mette in allerta sul ritrovamento dell’Ostreopsis ovata in tre siti marini, con valori preoccupanti (ovvero oltre 20.000 cellule/litro)

La quantità maggiore è stata individuata presso Lido Trullo, in provincia di Bari, con livelli pari a 1.105.323 cellule per litro. A seguire, sono coinvolti anche La Forcatella (126.205 cellule/litro) e Torre Canne (40.209 cellule/litro), entrambi in provincia di Brindisi. Secondo le analisi, ci sono altri tratti della costa pugliese in cui si trovano deboli tracce dell’alga: il porto di Vieste (Foggia), Molfetta, il lido Lucciola di Santo Spirito (Bari), San Cataldo (Lecce) e Torre Columena (Taranto).

I rischi dell’alga tossica

L’Ostreopsis ovata, come abbiamo visto, vive ormai da diversi anni nei nostri mari. Durante i mesi estivi la sua popolazione prolifera in maniera incontrollata, soprattutto quando si verificano particolari condizioni – come l’alta temperatura delle acque, l’esposizione favorevole al sole, un’elevata pressione atmosferica e un mare calmo per almeno 10-15 giorni. L’alga tossica predilige infatti le acque calde e poco mosse.

Questa specie contiene una tossina, chiamata Palitossina simile, che può provocare problemi alla fauna marina autoctona. In particolar modo, ad esserne colpiti sono i molluschi, i granchi e i ricci. Tuttavia, quando l’alga è molto diffusa in un determinato tratto di costa, è possibile che la tossina sia rischiosa anche per l’uomo. Ciò avviene soprattutto se si verificano mareggiate nei luoghi dove l’Osteopsis ovata ha invaso i fondali.

Il forte vento e il mare mosso causano la formazione di un aerosol che diffonde la tossina nell’aria, la quale può quindi essere inalata dai bagnanti. I sintomi che caratterizzano l’esposizione all’alga tossica sono simili a quelli influenzali: febbre, rinite, bronchite, dermatite, congiuntivite. Si presentano dopo 2/6 ore dal momento in cui si è entrati a contatto con la tossina e regrediscono spontaneamente nel giro di 24/48 ore, senza bisogno di alcun trattamento medico.

Alga tossica, a cosa fare attenzione

Sebbene l’eventuale malessere dovuto all’esposizione all’alga tossica sia temporaneo e privo di conseguenze per la salute, ci sono alcune accortezze che possono mettere al riparo da qualsiasi rischio. “A scopo preventivo potrebbe essere consigliato, nelle zone in cui è stata accertata l’abbondante presenza della specie, di evitare di stazionare lungo le coste rocciose durante le mareggiate estive” – informa l’Arpa Puglia.