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Tutto su "Zero", la nuova serie tv Netflix ambientata a Milano

Tutto quello che c'è da sapere su Zero, la nuova serie tv firmata Netflix ambientata a Milano: trama, cast, location e quando sarà visibile

Pubblicato: 20 Aprile 2021

Una nuova produzione italiana è in arrivo su ‘Netflix‘: dal 21 aprile 2021, nei 190 paesi dove è disponibile il “colosso” dello streaming, sarà visibile “Zero“, la prima serie tv sui giovani neri italiani, ambientata in una Milano periferica ma ricca e vivace.

La serie ideata da Antonio Dikele Distefano è diretta da Paola Randi, Ivan Silvestrini, Margherita Ferri e Mohamed Hossameldi ed è prodotta da Fabula Pictures con la partecipazione di Red Joint Film.

La trama di “Zero”

Netflix ha presentato così la serie tv “Zero”: “Un adolescente timido ha il potere dell’invisibilità e deve imparare a controllarlo per difendere il suo quartiere, rinunciando ai suoi sogni artistici”.

Più nel dettaglio, la serie tv racconta in 8 episodi la storia di un timido ragazzo (Giuseppe Dave Seke, al suo debutto assoluto) che ha il superpotere di diventare invisibile e impara a conoscerlo quando il Barrio, il quartiere della periferia milanese da dove voleva scappare, si trova in pericolo. Zero, nella sua avventura, scoprirà l’amicizia di Sharif, Inno, Momo e Sara, e forse anche l’amore.

La serie è ispirata a “Non ho mai avuto la mia età” (Mondadori), il libro scritto dallo stesso Antonio Dikele Distefano, autore italiano 29enne di origini angolane.

La colonna sonora di “Zero”

C’è tanto rap nella colonna sonora della serie tv “Zero”. Tra gli artisti coinvolti spiccano i nomi di Marracash (“Red Bull 64 Bars x Zero: Marracash prod. Marz”) e Mahmood (“Zero”).

Zero: le parole dei protagonisti

In alcune dichiarazioni riportate da ‘Ansa’, Antonio Dikele Distefano ha detto a proposito di “Zero”: “Quando ho iniziato a scrivere questa serie riflettevo sul fatto che in Italia non c’è una cultura di attori o registi neri. Abbiamo visto che ci sono, esistono e bisogna coinvolgerli. Credo che Zero sia la prima finestra verso una rappresentazione migliore del Paese”.

Ancora Antonio Dikele Distefano: “Il discorso dell’invisibilità è una metafora. In Italia, abbiamo bisogno di normalità: non di eccezionalità. Domani un ragazzo deve poter guardare Zero perché si rivede nel protagonista, perché si riconosce in quello che fa, in quello che prova. E deve riconoscerlo in quanto persona, non per il colore della sua pelle, parlare di integrazione è anche riduttivo. Hanno accenti veneti, milanesi…”.

Il protagonista Giuseppe Dave Seke ha aggiunto: “Per me è stato assurdo all’inizio, non avevo mai fatto l’attore. Abbiamo passato il lockdown insieme in un albergo per 3 mesi con gli altri attori. Ho trovato amici autentici, ognuno supportava l’altro”.