Via le croci dalle vette dei monti italiani? Cosa sta succedendo
È accesa in questi giorni la discussione tra esperti ed esponenti politici in merito alla presenza delle croci sulle cime delle montagne italiane
Si è letto nelle pagine social e in molti giornali che il CAI avrebbe deciso di rimuovere le croci poste nelle cime delle montagne italiane. Questa notizia ha causato un grande dibattito tra gli esperti del settore e diversi esponenti politici tanto che anche la Ministra del Turismo Daniela Santanchè è intervenuta comunicando in modo fermo il suo disaccordo su questo.
Le croci verranno tolte dalle vette italiane?
Alla presentazione di un libro il giornalista e divulgatore Marco Albino Ferrari aveva espresso la sua contrarietà alla presenza delle croci sulle vette delle montagne perché definite “anacronistiche e divisive”. Ferrari, però, è anche responsabile editoriale del settore cultura del Club alpino italiano (CAI) per questo in molti avevano preso le sue parole come una posizione dell’intero CAI. Questa dichiarazione ha così aperto un grande dibattito a cui sono intervenute le forze politiche e diversi ministri del Governo Meloni che hanno espresso il loro disappunto su questa posizione.
La prima a commentare il fatto è stata la Ministra del Turismo Daniela Santanchè che aveva manifestato come il suo ministero non avesse ricevuto nessuna comunicazione in merito a questo argomento. Le sue parole sono state riportate da La Repubblica: “Resto basita dalla decisione del CAI senza aver comunicato nulla al ministero. Non avrei mai accettato una simile decisione che va contro i nostri principi, la nostra cultura, l’identità del territorio, il suo rispetto. Invito il presidente del Cai a ripensarci”.
La Santanchè ha quindi affermato che le croci in vetta fanno parte della nostra identità e cultura e questa sua posizione è stata ripresa anche dal Ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini che sulla sua pagina Facebook ufficiale ha dichiarato: “Rispetto le idee di tutti, amo la montagna e penso che il CAI faccia un lavoro enorme per tutelarla e valorizzarla. Penso però che la proposta di “vietare” il Crocifisso in montagna perché “divisivo e anacronistico” sia una sciocchezza, senza cuore e senza senso, che nega la nostra Storia, la nostra cultura, il nostro passato e il nostro futuro.” A lui ha fatto eco il Ministro Antonio Tajani e molti altri esponenti politici.
Il chiarimento del CAI
Per risolvere la situazione c’è voluto l’intervento del presidente generale del Club alpino Italiano, Antonio Montani, che ha espresso la posizione ufficiale del CAI. Dalle dichiarazioni di Montani si evince che la presenza delle croci non è mai stata argomento di discussione nell’organizzazione. Le frasi che circolano nei social e nei giornali sono il pensiero personale del direttore editoriale Marco Albino Ferrari, ma non rappresentano la posizione del CAI. Antonio Montani si è anche scusato con Daniela Santanchè per l’equivoco e le sue dichiarazioni sono state riportate da AdnKronos: “Non abbiamo mai trattato l’argomento delle croci di vetta in alcuna sede, tantomeno prendendone una posizione ufficiale. Quanto pubblicato è frutto di dichiarazioni personali espresse dal direttore editoriale Marco Albino Ferrari durante la presentazione di un libro. Personalmente, come credo tutti quelli che hanno salito il Cervino, non riesco ad immaginarmi la cima di questa nostra montagna senza la sua famosa croce. Voglio scusarmi personalmente con il ministro Daniela Santanché per l’equivoco e voglio rassicurare che per ogni argomento di tale portata il nostro ministero vigilante sarà sempre interpellato e coinvolto”.
Queste parole vengono confermate anche dalle dichiarazioni espresse dal CAI in via ufficiale e riportate sempre da Adn Kronos: “Il Club alpino italiano guarda con rispetto le croci esistenti, ma non solo: si preoccupa del loro stato ed eventualmente, in caso di necessità, si occupa della loro manutenzione (ripulendole dagli adesivi, restaurandole in caso di bruschi crolli). Questo perché, è giusto evidenziarlo una volta di più, rimuoverle sarebbe come cancellare una traccia del nostro cammino; un’impronta a cui guardare per abitare il presente con maggior consapevolezza”.
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