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Sorpresa in Valle d'Aosta: avvistato lo sciacallo dorato

Avvistato per la prima volta anche in Valle d’Aosta lo sciacallo dorato, canide selvatico “a metà tra lupo e volpe”.

Lo sciacallo dorato popola l'Italia nord-orientale

Lo sciacallo dorato è un canide selvatico molto simile ad un piccolo lupo grigio e proviene dai monti Urali, in Russia. La sua presenza in Europa si concentra nella penisola balcanica, ma sin dagli anni Ottanta è presente anche nell’Italia nord-orientale.

Sono stati diversi, nel corso degli anni, gli avvistamenti nei pressi delle cittadine e delle vallate prealpine nelle zone del Carso e della Carnia, ma lo sciacallo dorato vive anche sulle Alpi ad altitudini di oltre mille metri e non mancano segnalazioni da alcune aree del Trentino Alto Adige.

Avvistato in Valle d’Aosta

Lo sciacallo dorato è stato di recente avvistato anche in Valle d’Aosta, ed il governo regionale ha inserito la specie nell’elenco dei predatori potenzialmente pericolosi per il patrimonio zootecnico della regione.

Il canide selvatico è in effetti un predatore “opportunista”, capace di essere ad un tempo predatore e spazzino, e di sfruttare a proprio vantaggio quasi tutto quel che il territorio offre – dai frutti caduti dagli alberi fino agli scarti alimentari recuperati in discariche o nei pressi di aree urbanizzate.

Intervistato da AostaSera.it, il direttore dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale di Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta Riccardo Orusa conferma la presenza dello sciacallo nella Regione: “anche in Valle d’Aosta possono esserci segnalazioni, come già era stato per la lince”.

“Da cinque o sei anni abbiamo in Italia costanti e continue segnalazioni” continua Orusa “dimostrate sia da foto che da filmati, nonché da esemplari deceduti che sono stati esaminati presso le strutture dell’Istituto zooprofilattico sperimentale delle Venezie”.

Quanto alla Valle d’Aosta, si tratta ancora di segnalazioni prive di documentazione fotografica o video, ma è piuttosto semplice riconoscere un esemplare di sciacallo dorato – anche rispetto al suo parente più prossimo, tra quelli che si possono incontrare sui nostri monti e nelle campagne del nord Italia.

È del tutto simile ad un lupo grigio, tanto che non mancano esempi di ibridazione tra le due specie, ma più piccolo e slanciato; il suo muso è lungo e stretto ed il mantello invernale è di colore fulvo, con sfumature dal grigio al rossiccio.

I possibili pericoli dati dalla “convivenza”

Lo sciacallo dorato non è pericoloso per l’uomo, in quanto naturalmente diffidente, ma esistono dei potenziali rischi da un punto di vista sanitario.

Il rischio di antropizzazione riguarda piuttosto molto più da vicino il lupo, sempre più presente nelle nostre campagne: “se il lupo dovesse antropizzarsi di più” sostiene Orusa “potrebbe diventare un rischio a tanti livelli”.

Non perché aggredisca direttamente l’uomo, ma perché si tratta di una specie capace di adottare comportamenti meno selettivi e meno diffidenti nei confronti degli esseri umani.

Lo sciacallo dorato è molto meno pericoloso da questo punto di vista. Semmai, il pericolo è d’altro tipo: “questi esemplari possono portare malattie batteriche, parassitarie e virali” afferma Orusa “veicolandole da areali molto lontani da noi”, motivo per cui è molto importante monitorare la presenza di nuove specie nei nostri ecosistemi.

“Un esemplare che non c’era nei nostri areali” continua Orusa “arrivando potrebbe scombinare e rimescolare la famiglia dei batteri, virus e parassiti andando a complicare la vita”.

Non si tratta comunque di una specie particolarmente propensa al contatto con gli ambienti antropizzati: gli studi più recenti li collocano “a metà fra il lupo e altri predatori più grossolani”.

Se preda perlopiù come una volpe, tanto da essere inserito nelle liste dei predatori pericolosi per il patrimonio zootecnico, è altrettanto vero che si tratta di una specie che difficilmente ci metterà nella condizione di dover “convivere” con essa.