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Torino, arriva "Zerbino": l'albero di Natale delle polemiche

Acceso in Piazza Vittorio a Torino “Zerbino”, l’albero di Natale delle polemiche: per il Sindaco Stefano Lo Russo la luce è “messaggio di speranza”

È stato acceso come da tradizione per la Festa dell’Immacolata l’albero di Natale di Piazza Vittorio, a Torino.

“Zerbino” – così alcuni hanno ribattezzato l’albero delle polemiche – è parte del programma “Natale di Luce”, che è stato presentato alla città dal Sindaco Stefano Lo Russo proprio in occasione dell’accensione dell’albero.

Il “Natale di Luce” di Torino

Quest’anno Torino rinuncerà al Capodanno in piazza. Come spiega Lo Russo nella cerimonia di inaugurazione dell’iniziativa “Natale di Luce”, che illuminerà il centro città fino al 9 Gennaio, “non possiamo consentire assembramenti: questo è il primo degli obblighi che abbiamo, garantire la salute dei nostri cittadini e cittadine”.

Niente festa in piazza, quindi, ma una città illuminata dalle calde luci del Natale: le Luci d’Artista, opere d’arte che sono ormai tradizione di luce delle festività torinesi, accompagnano strade, piazze, palazzi e giardini storici della città.

C’è anche un “Percorso di Luci” che conduce dai giardini Sambuy a Palazzo Reale, la cui facciata è illuminata da un intervento di video mapping ispirato ai simboli del Natale: la luce è il tema centrale di questo Natale torinese, che prevede anche spettacoli, laboratori e concerti.

Piazza Vittorio, oltre al tradizionale calendario dell’Avvento, ospita tra le luci del Natale anche “Zerbino”, l’albero di Natale eredità della giunta Appendino che ha sollevato polemiche sin dai primi avvistamenti in città.

“Zerbino”, l’albero delle polemiche

Le polemiche intorno a quello che è stato chiamato “Zerbino”, ma anche “Broccolo” e “Cono gelato”, sembrano dovute innanzitutto al costo del grande allestimento artificiale a forma d’albero di Natale.

L’albero di pannelli in “prato artificiale” ignifugo è costato ai torinesi oltre 90mila euro, per un effetto finale che non tutti i cittadini hanno gradito. Ad alcuni, riporta Repubblica, sembra un “marziano travestito da albero di Natale finto”, mentre altri parlano di “campo da tennis sintetico in verticale”.

Certo è che non siamo di fronte ad un abete di montagna, ma ad una costruzione che poco concede alla familiarità delle immagini legate alla tradizione del Natale.

“Zerbino” è stato acceso l’8 Dicembre, questo sì secondo tradizione, accompagnato dall’invito del primo cittadino torinese a nutrire “fiducia e speranza nel futuro”.

“Anche quando siamo bambini ed abbiamo paura del buio accendiamo la luce” afferma Lo Russo: nonostante quelli appena passati siano stati “due anni molto duri”, continua il Sindaco, la luce è capace di illuminare e portare speranza.

Intanto la vicenda di “Zerbino” non che che ricordare Spelacchio, che nel 2017 infiammò gli animi dei romani con polemiche e soprannomi, per poi diventare l’albero spelacchiato del Vaticano caro ai cittadini. Non è detto che col tempo anche “Zerbino” riesca a conquistare i cuori dei torinesi.