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Scoperto primo scorpione triassico italiano: viveva in Lombardia

Scoperta eccezionale tra i fossili del Monte San Giorgio: il più antico scorpione d'Italia viveva in Lombardia 240 milioni di anni fa

Scoperto il più antico scorpione in Italia: ha 240 milioni di anni

Al Museo di Storia Naturale di Milano è stato scoperto il primo scorpione triassico italiano: rinvenuto nel giacimento fossilifero di Besano, sul Monte San Giorgio, l’esemplare conservato al museo è stato classificato come una nuova specie.

Il Protobuthus ziliolii, così è stato battezzato lo scorpione del Mesozoico, risale a 240 milioni di anni fa: l’esemplare viveva in Lombardia ancora prima dei dinosauri e dei grandi rettili marini che hanno reso celebre il Triassic Park italiano, eletto Patrimonio dell’Umanità Unesco.

Besano, scoperto il primo scorpione triassico d’Italia

È il più antico scorpione mai scoperto in Italia: viveva in Lombardia 240 milioni di anni fa, prima dei dinosauri. Il suo corpo – conservato integro con tanto di occhi, zampe e coda con aculeo – è stato rinvenuto in un frammento di roccia dolomitica proveniente dal giacimento fossilifero di Besano e conservato al Museo di Storia Naturale di Milano.

L’esemplare, lungo 4,4 centimetri, è risultato appartenere a una specie mai studiata prima: i ricercatori che l’hanno scoperto lo hanno chiamato Protobuthus ziliolii.

Il nome, si legge nella ricerca pubblicata sulla rivista Palaeontologisches Zeitschrift, è un omaggio al professor Michele Zilioli del Museo di Storia Naturale di Milano e alle sue eccezionali scoperte sulla preservazione dei tessuti molli nei fossili.

La particolarità della scoperta: non un semplice esoscheletro

L’esemplare rinvenuto nella roccia di Besano sul Monte San Giorgio, Patrimonio Unesco nonché tra i più importanti giacimenti fossiliferi al mondo del Triassico Medio, è risultato essere “il corpo stesso dello scorpione”, spiegano i ricercatori a ‘Repubblica’.

Si tratta di una scoperta eccezionale anche per questo: come spiega Marco Viaretti, tra gli autori dello studio insieme a Cristiano Dal Sasso e Gabriele Bindellini, quella rinvenuta non è “una semplice ‘exuvia’, cioè non è l’esoscheletro vuoto, che gli artropodi abbandonano più volte crescendo nel corso della loro vita, e che ha dunque più possibilità di fossilizzare rispetto al corpo originale”.

È proprio il corpo originale che ha conservato l’ornamentazione carenata”, spiega il ricercatore dell’Università di Milano, “che ci ha permesso di distinguerlo dagli altri Protobuthus e di stabilire che si trattava di una specie ancora sconosciuta”.

Lo scorpione triassico è tra i fossili più rari in paleontologia

Il Protobuthus ziliolii conta già diversi record: è il primo aracnide mai rinvenuto nel sito di Besano, il primo scorpione dell’era Mesozoica e la seconda specie del genus Protobuthus mai scoperta in tutto il mondo.

Gli artropodi terrestri (animali invertebrati come ragni, scorpioni, crostacei e insetti) si legge nella ricerca, “sono tra i fossili più rari in paleontologia, e gli aracnidi ne rappresentano soltanto una piccola parte”: quello appena scoperto dai ricercatori del dipartimento di Scienze della Terra “A. Desio” dell’Università di Milano, coordinati dal paleontologo del Museo di Storia Naturale Cristiano Dal Sasso, è un esemplare rarissimo.

Lo scorpione più antico mai rinvenuto in Italia è stato estratto dagli strati superiori del Triassic Park di Besano, in un sito noto come Sasso Caldo, sul versante nord-ovest del Monte Pravello, tra Besano e Porto Ceresio, in provincia di Varese.

Celebre per i fossili di pesci e rettili tipicamente marini, come gli ittiosauri che hanno reso famoso nel mondo il sito lombardo, il giacimento di Besano è stato un bacino molto profondo, ma negli strati superiori conserva sedimenti che dovevano essersi depositati in acque basse, non lontano dalla riva.

I fossili provenienti da questa montagna a cavallo tra Svizzera e Lombardia sono noti per la loro varietà e per lo straordinario stato di conservazione: la nuova importante scoperta, che arriva a poche settimane dal rinvenimento del primo Homo sapiens del Paleolitico mai apparso nella zona Padana, si inserisce in una lunga storia di ritrovamenti, la cui prima testimonianza risale al 1847. Il primo fossile di Besano, il notosauro Pachypleura edwardsii, fu descritto dal paleontologo Emilio Cornalia nel 1854.