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Scoperta a Pomezia: spunta un'antica necropoli

Dai lavori per la ferrovia spunta un'antica necropoli: l'eccezionale scoperta a Pomezia. I reperti appartengono ad un contesto ancora ignoto e sono databili tra il I sec. a.C e il V sec. d.C.

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Pomezia: dai lavori per la ferrovia spunta una necropoli

La scoperta è avvenuta per caso, durante dei lavori di adeguamento di un cavalcavia ferroviario della linea Formia-Roma, nei pressi della stazione di Pomezia. Dagli scavi, effettuati tra gennaio e febbraio del 2022, è emersa un’antica necropoli databile tra il I sec. a.C. e il V sec. d.C..

Secondo la Soprintendenza, la sepoltura appena scoperta appartiene ad un contesto finora completamente ignoto: potrebbe trattarsi, cioè, dei resti di una storia ancora inesplorata.

La storia di un passato inesplorato

La Soprintendenza è intervenuta appena dopo il rinvenimento delle prime evidenze archeologiche emerse nel corso dei lavori alla tratta ferroviaria nei pressi della stazione di Pomezia, all’inizio del 2022.

Sotto la direzione scientifica del funzionario archeologo Francesca Licordari, archeologi e operai della società Eos Arc S.r.l. hanno condotto delle approfondite indagini su una vasta porzione del contesto che si estende ben oltre i limiti dell’area di scavo, indicando la possibile presenza di un vero e proprio contesto abitativo.

Gli elementi più antichi tra quelli rinvenuti a Pomezia sono infatti un asse viario, reso ben riconoscibile dalla presenza di solchi carrai, e delle strutture murarie che probabilmente erano parte di un complesso architettonico importante, forse una grande villa rustica.

Le strutture rinvenute indicano la divisione in almeno due ambienti e portano i segni di diverse fasi di vita dell’edificio, con strutture murarie di diverse datazioni.

Dopo l’abbandono delle strutture, oppure quando parte della struttura era ancora in uso, segnala la Soprintendenza, l’area è stata occupata da una necropoli solo parzialmente esplorata che ha già restituito 17 sepolture.

Una scoperta eccezionale

La necropoli emersa dagli scavi per la ferrovia è composta di tombe di diversa tipologia, che coprono un periodo di circa due secoli, tra il III e il V secolo d.C., all’alba della crisi che vide contrarsi l’Impero Romano sotto la spinta delle invasioni barbariche.

Tra le 17 sepolture, è stato individuato un anello con cristogramma, a segnalare la presenza di almeno un inumato di fede cristiana.

“Una scoperta eccezionale che abbiamo avuto modo di ammirare direttamente con i nostri occhi subito dopo il ritrovamento” commenta il Sindaco Zuccalà.
“Il nostro territorio non finisce mai di stupirci” afferma il Sindaco “voglio ringraziare l’archeologa Francesca Licordari della Soprintendenza ABAP per l’area metropolitana di Roma e Provincia per le indagini e le ricerche portate avanti in questi mesi”.

Il Sindaco ha poi dichiarato che quanto rinvenuto nella necropoli di Santa Palomba sarà presto ospitato presso il Museo civico archeologico Lavinium di Pratica di Mare, nel borgo medievale sorto sull’antico centro di Lavinium, la città sacra dei Latini.

L’antica Lavinio è secondo il mito il luogo del primo insediamento di Enea, l’eroe destinato alla fondazione di Roma. Il territorio di Pomezia ha già restituito parte dello splendore dell’antica Lavinio: il Santuario delle XIII are, l’Heroon di Enea, un tumulo sepolcrale che si lascia interpretare come la tomba di Enea, delle Terme e depositi votivi.

I reperti rinvenuti a Santa Palomba saranno esposti insieme a questi, nel Museo cittadino fondato nel 2005 proprio in seguito all’eccezionale ritrovamento dei resti di Lavinium.

“Pomezia si arricchisce di un patrimonio archeologico importante” conclude il Sindaco “che ci impegneremo a valorizzare e rendere fruibile per tutti”.