Questo sito contribuisce all’audience di

Virgilio InItalia

I cittadini romani pagano le tasse più alte d'Italia: lo studio

I cittadini romani e del Lazio pagano le tasse più alte d'Italia: lo rivela uno studio che mette a confronto la pressione fiscale in altre città

Dichiarazione per le tasse

I cittadini romani e del Lazio sono i più tassati d’Italia: nel 2024 pagheranno 340 euro in più di tasse rispetto alla media nazionale, stando a uno studio condotto dalla Cgil.

A partire dal prossime gennaio, nella regione Lazio la pressione fiscale aumenta di oltre 1,6 milioni di contribuenti con redditi da lavoro o pensione compresi tra i 15.000 e i 40.000 euro all’anno.

A Roma e nel Lazio si pagano più tasse: il motivo

I dati sull’aumento delle tasse per i cittadini del Lazio è stato condotto dalla Cgil Roma e Lazio che a tal proposito ha indetto anche uno sciopero generale regionale insieme alla Uil, per protestare contro gli effetti del mancato finanziamento del fondo taglia tasse da parte della Regione.

Venendo a mancare i 300 milioni di euro stanziati dalla precedente amministrazione nel corso degli anni passati, non sarà più possibile andare a effettuare il taglio dell’addizionale regionale all’Irpef: fino a quest’anno l’aliquota aveva pesato per l’1,73% sui redditi tra i 15.000 e i 35.000 euro annui e contestualmente veniva riconosciuta un’indennità una tantum di 300 euro per i redditi compresi tra i 35.000 e i 40.000 euro per le spese energetiche.

Adesso il mancato finanziamento del fondo porta l’aliquota al 3,33% per tutti i cittadini del Lazio che percepiscono un reddito annuo compreso nella fascia tra i 15.000 e i 35.000 euro: l’aumento su base annuale è pari all’1,6% rispetto al 2023.

Su Repubblica vengono forniti anche degli esempi: un lavoratore con uno stipendio da 20.000 euro annui dovrà pagare 80 euro in più, mentre chi guadagna 35.000 euro arriverà a pagare 320 euro di tasse in più rispetto all’anno precedente. Per una famiglia con due lavoratori possono arrivare tasse aggiuntive di più di 600 euro.

Andando a confrontare le aliquote pubblicate sul sito ufficiale del Ministero dell’Economia è possibile notare come i contribuenti del Lazio siano i più tassati d’Italia: in particolare i romani devono fare i conti anche con l’addizionale comunale all’Irpef più alta del Paese, pari allo 0,9%.

Le differenze con le altre città d’Italia

Ogni lavoratore o pensionato residente a Roma con un reddito di 20.000 euro all’anno deve pagare l’addizionale regionale di 425 euro e quella comunale di 180 euro, per un totale di 605 euro: sono 342 euro in più rispetto a quanto deve pagare un cittadini di Milano che nelle stesse condizioni deve “solo” 263 euro.

La differenza appare molto più marcata se si vanno a considerare altre città: a Venezia, per esempio, l’addizionale è di 200 euro, mentre a Cagliari di 224 euro. Le cose non migliorano per redditi più alti: chi guadagna 35.000 euro all’anno a Roma paga 1.240 euro tra addizionale comunale e regionale, mentre a Milano, dove è anche aumentata la tassa di soggiorno, non si superano i 790 euro.

Natale Di Cola, il segretario generale della Cgil Roma e Lazio, ha parlato così della differenza che c’è tra i cittadini laziali rispetto a quelli di altre zone d’Italia: “Con l’azzeramento per il 2024 del fondo taglia tasse che avevamo conquistato, il risultato è che i cittadini del Lazio saranno i più tartassati d’Italia, soprattutto i romani”.

Il segretario ha analizzato anche la situazione globale nel nostro Paese, colpito profondamente dall’inflazione degli ultimi anni: “L’inflazione ha abbattuto il potere d’acquisto pro capite di 6.700 euro – si legge su Repubblica – una situazione inedita che sta portando oltre il 60% delle famiglie ad avere difficoltà ad arrivare alla fine del mese”.

E ancora: “Servirebbero politiche di sostegno al reddito e per difendere il potere d’acquisto dei salari e delle pensioni agendo anche su una fiscalità più giusta. Non solo nella legge di bilancio del Governo non c’è nulla, si limitano a confermare misure che già ci sono, ma nel Lazio si toglie pure quel che c’era”.