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Rischio gas tossici ai Campi Flegrei: il piano della Regione

Ai Campi Flegrei, oltre al bradisismo c'è un altro potenziale pericolo legato al rischio geochimico dei gas tossici: ecco il piano della Regione

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Silvio Frantellizzi

Silvio Frantellizzi

Giornalista

Giornalista pubblicista. Da oltre dieci anni si occupa di informazione sul web, scrivendo di sport, attualità, cronaca, motori, spettacolo e videogame.

I Campi Flegrei

Nella zona dei Campi Flegrei non c’è solo il pericolo vulcanico: oltre al bradisismo preoccupa anche il rischio gas tossici con effetti potenzialmente pericolosi per la salute.

Si lavora alla possibile emergenza geochimica legata alle emissioni di gas nocivi: l’area individuata si trova tra la Solfatara e via Pisciarelli. La questione è stata affrontata nel piano sanitario condiviso da parte della Protezione Civile Regionale e dalle Asl Napoli 1 e Napoli 2.

Gas tossici ai Campi Flegrei: il piano

La Protezione Civile Regionale, la Asl Napoli 1 e la Asl Napoli 2 hanno condiviso il piano sanitario che recita: “Sulla base delle informazioni fino a ora disponibili sulle emissioni di biossido di zolfo, biossido di carbonio e acido solfidrico, non è possibile prescindere dalla considerazione di un rischio chimico di esposizione per una contaminazione diffusa e non nota a priori in termini quantitativi dell’aria ambiente”.

Nel capitolo del piano dedicato alle emissioni di gas tossici, riportato da ‘Repubblica’, si legge: “La tossicità dei tre gas è stata ampiamente trattata in letteratura e sono noti gli effetti sulla salute e la sintomatologia correlabili a diversi livelli di concentrazione”.

Il bollettino della Protezione Civile contente i dati di gennaio e febbraio “non ha mostrato variazioni significative dei parametri, pur confermando i trend di riscaldamento e pressurizzazione del sistema idrotermale” anche se viene specificato che “i livelli di concentrazione dei gas non sono prevedibili, l’esposizione simultanea a composti in miscela, il rapporto di composizione dei tre gas non è noto e non è costante”.

Sulla questione sono in corso delle indagini geochimiche grazie a una convenzione tra la Città Metropolitana di Napoli e l’Università Federico II, una delle università con più Dipartimenti d’eccellenza in Italia: l’obiettivo è quello di approfondire le cause principali di livelli di accumulo anomali di biossido di carbonio.

Quella individuata come zona di potenziale pericolosità è compresa tra la Solfatara e via Pisciarelli, in un raggio di 1,3 chilometri. Pur riconoscendo il possibile pericolo, le istituzioni rispediscono al mittente tutti gli allarmismi: l’approccio è “organizzare la prevenzione collettiva a seguito della valutazione della qualità dell’aria”, attraverso misure che non escludono l’allontanamento in una zona sicura.

L’esercitazione per l’evacuazione

Il piano sanitario di Protezione Civile Regionale, Asl Napoli 1 e Asl Napoli 2 contiene anche indicazioni su come comportarsi in caso di rischio vulcanico, di bradisismo e di rischio geochimico. Aggiornato con numeri e dettagli, il piano per le emergenze ai Campi Flegrei è stato consegnato ai Comuni e alla Regione su preciso indirizzo del Governatore della Campania Vincenzo De Luca.

Per far fronte alle possibili criticità dovute al bradisismo dei Campi Flegrei, sono state programmate delle esercitazioni. In caso di emergenza è già stata stabilita l’evacuazione e la destinazione di 1.506 pazienti distribuiti tra ospedali, cliniche e residenze per anziani della zona rossa: verranno trasportati in ospedali situati in aree sicure.

Qualora si dovesse provvedere all’evacuazione, i pazienti saranno trasportati tramite ambulanze negli ospedali di Napoli e delle altre province della Campania: l’Ospedale del Mare, il Sant’Anna di Caserta, il Ruggi di Salerno, i Policlinici Vanvitelli e Federico II, Loreto e San Giovanni Bosco.