Nel mare di Ispica è stato trovato un relitto del V secolo a.C.
Nel mare di Ispica è stato trovato un relitto risalente al V secolo a.C., importante testimonianza della storia marittima e archeologica della Sicilia
Nelle profonde acque di Santa Maria del Focallo, lungo il litorale del comune di Ispica, è emersa una scoperta dal fascino millenario: un team di archeologi ha portato alla luce un relitto databile al V secolo a.C., un’epoca di intensi traffici marittimi tra la Grecia e le colonie siciliane. Seppellito sotto metri di sabbia e rocce, il relitto racconta una storia sospesa nel tempo, arricchita da ancore e antiche tecniche costruttive.
I dettagli del ritrovamento del relitto a Ispica
La scoperta è il risultato di una campagna di scavi subacquei condotta dalla Soprintendenza del Mare della Regione Siciliana, in collaborazione con l’Università di Udine, ed è stata resa possibile grazie al progetto Kaukana, iniziato nel 2017 e volto a esplorare il paesaggio costiero e sommerso tra Ispica, Kaukana e Kamarina.
Questo programma di ricerca integrata mira sia a documentare il patrimonio archeologico sommerso, sia a valorizzarlo attraverso la collaborazione con enti internazionali. Il ritrovamento ha visto anche il contributo del Nucleo sommozzatori della Guardia Costiera di Messina e della Capitaneria di Porto di Pozzallo, che hanno garantito supporto logistico e tecnico durante le operazioni.
La campagna si è conclusa lo scorso settembre, ma il lavoro degli studiosi prosegue, con analisi paleobotaniche e approfondimenti sui materiali raccolti.
Le antiche tecniche costruttive del relitto di Ispica
Individuato a sei metri di profondità, il relitto e rappresenta una testimonianza preziosa dei commerci e dei viaggi che animavano il Mediterraneo oltre duemila anni fa. Gli esperti hanno lavorato con cura per preservare lo scafo, che mostra segni di degrado causati da molluschi xilofagi. La fragile condizione del legno ha richiesto un approccio meticoloso per evitare danni ulteriori.
Attraverso la fotogrammetria subacquea, il relitto è stato mappato in dettaglio, generando un modello tridimensionale che permetterà di studiare il sito senza interferire con i resti fisici. Conserva tracce della tecnica costruttiva nota come “su guscio”, metodologia che prevedeva l’assemblaggio di tavole del fasciame attraverso incastri di precisione (tenoni e mortase), garantendo una struttura autoportante e solida.
Accanto al relitto, gli archeologi hanno rinvenuto due gruppi di ancore: quattro in pietra, probabilmente di epoca preistorica, e due in ferro, con una forma a “T” rovesciata, che si ipotizza siano risalenti al VII secolo d.C.
Il significato storico del ritrovamento a Ispica
Come spiegato dagli archeologi, il relitto offre una finestra su un’epoca di transizione tra la Grecia arcaica e quella classica, in cui le colonie siciliane ricoprivano un ruolo strategico nei traffici mediterranei. Francesco Paolo Scarpinato, assessore ai Beni culturali e identità siciliana, ha sottolineato come questa scoperta evidenzi il ruolo centrale della Sicilia negli scambi culturali e commerciali dell’antichità.
La presenza delle ancore litiche, alcune delle quali appartenenti a una tipologia con tre fori, arricchisce il contesto archeologico: questi strumenti, un tempo dotati di marre lignee, rappresentano una testimonianza rara delle pratiche di navigazione di epoche remote.
La scoperta del relitto di Santa Maria del Focallo arricchisce il mosaico del patrimonio culturale siciliano, gettando nuova luce sui legami storici tra popoli e civiltà che solcavano il Mediterraneo. Un frammento di storia riemerso dal passato, che continua a raccontare storie di scambi, viaggi e cultura.
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