In Puglia sono spuntati degli strani "elefanti" verdi
Lo spettacolo inatteso nelle campagne della Puglia: gli ulivi uccisi da xylella diventano "elefanti verdi" a causa dell'invasione dell'Ipomea indica
Una distesa di maestosi elefanti ricoperti di fogliame: è lo spettacolo che da qualche tempo ci si trova davanti nei pressi della Cripta di San Pantaleone, a poca distanza dalla chiusa dei Fani, in provincia di Lecce.
L’hanno chiamata la “riserva naturale degli elefanti”, ed effettivamente quel che si cela dietro lo scenario così suggestivo è nient’altro che un’evoluzione imprevista della vegetazione. Niente di più naturale.
Cos’è la riserva naturale degli elefanti
La riserva degli elefanti nel Canale dei Fani è stata notata soltanto di recente, nelle campagne di Salve, nel basso Salento.
Quegli elefanti verdi che hanno inevitabilmente attirato lo sguardo incuriosito e ammaliato di Marco Cavalera, guida dell’associazione Archès che li ha immortalati negli scatti pubblicati sulla pagina Facebook “Salveweb.it”, celano una triste realtà, purtroppo ben nota per alcune aree del Sud Italia.
Si tratta di ulivi uccisi dalla xylella, abbandonati e successivamente invasi dall’ipomea indica, una pianta bella quanto infestante che non ha avuto alcuna difficoltà nell’inglobare i resti degli ulivi per trasformarli.
La vegetazione, molto rigogliosa in tutta la zona del Canale dei Fani, si regola così secondo le leggi non scritte della natura, ed offre uno spettacolo inatteso agli occhi dei passanti.
L’ipomea indica è una pianta erbacea rampicante, nota per i colorati fiori a forma di campanella, che in presenza di climi particolarmente miti può imporsi anche su altre piante e diventare una vera e propria minaccia infestante.
È il caso degli ulivi colpiti da xylella a Salve, completamente ricoperti dal fogliame di ipomea: la pianta, favorita dalla ricchezza di corsi d’acqua della zona, è cresciuta così indisturbata da riuscire a ricoprire tutto quanto si presenta allo sguardo, dai rami degli ulivi che sembrano grandi orecchie di pachiderma fino alle radici, nascoste da un uniforme manto verde.
Una innocua invasione di ipomea indica
L’ipomea indica, spiega al Quotidiano di Puglia Piero Medagli, docente di botanica dell’Università del Salento, è molto invasiva e generalmente rappresenta un problema; in questo caso “i semi dispersi dal vento hanno permesso di riprodursi in questi luoghi” sfuggendo completamente al controllo.
L’ipomea indica, che generalmente viene coltivata in vaso nelle diverse varietà di Convolvolus, è una pianta tappezzante estremamente invasiva, che “riesce, in poco tempo, ad avvolgere recinzioni, reti, steccati o qualsiasi cosa trovi nelle vicinanze”.
A differenza del convolvolo, “è più invasiva e rigorosa”: può avere la meglio anche su ulivi in buona salute, ricorda il Professor Medagli.
In questo caso l’invasione di ipomea che ha trasformato gli ulivi abbandonati in grandi elefanti verdi è tutt’altro che nociva.
Ricorda anzi quelle erbe “vagabonde”, così le chiama il paesaggista francese Gilles Clément, che portate dal vento vanno conquistando con coraggio e vitalità scarpate e terre abbandonate per restituirle alla dignità assoluta della natura.
Si ringraziano Marco Cavalera, Associazione “Archès” e il Gruppo Facebook “SalveWeb.it” per le immagini.
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