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Procida, coralli rossi liberati da una rete fantasma

Alcuni subacquei sono riusciti a rimuovere una rete abbandonata da tempo, che a 70 metri di profondità imprigionava coralli rossi al largo di Procida

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Giulia Sbaffi

Giulia Sbaffi

Web content writer

Web content writer appassionata di belle storie e di viaggi, scrive da quando ne ha memoria. Curiosa per natura, le piace tenersi informata su ciò che accade intorno a lei.

Procida

Si è rivelata un’operazione di “pulizia” del mare davvero molto importante, quella portata a termine da un team di 10 subacquei che ha raggiunto le profondità nei pressi dell’isola di Procida per rimuovere una rete da pesca abbandonata da tempo. Quest’ultima stava minacciando la biodiversità di un piccolo angolo di paradiso, intrappolando preziosi coralli rossi. Ecco cosa sappiamo.

Procida, l’operazione per liberare i coralli rossi

L’isola di Procida non è soltanto una delle più belle mete per il turismo balneare, ma è anche il punto di partenza per splendide immersioni. C’è, in particolare, un luogo molto amato dai sub: si tratta dell’area di Punta Pizzaco, una parete caratterizzata da colori meravigliosi e da un’importante biodiversità. Si trova all’interno dell’area marina protetta Regno di Nettuno, ed è qui che vive una splendida colonia di coralli rossi e di gorgonie, che raggiungono anche i 70 metri di profondità.

Da tempo, alcuni rifiuti antropici mettevano a rischio questa incantevole oasi subacquea: in particolare, una rete da paranza a maglie grandi era abbandonata nelle profondità attorno all’isola di Procida continuando a catturare coralli e altre specie marine che, in questa zona del Mediterraneo, sono decisamente numerose. Così, in occasione della Giornata Mondiale degli Oceani, la fondazione Marevivo ha organizzato un’operazione di recupero che ha permesso di eliminare questa spazzatura marina.

Dieci subacquei si sono immersi nei pressi di Punta Pizzaco, recuperando – grazie all’aiuto di venti palloni di sollevamento – non solo la rete che da tempo “infestava” questi mari, ma anche un verricello salpareti e una bicicletta abbandonati sul fondale. L’operazione, che si è svolta sabato 8 giugno 2024, ha visto la collaborazione della Capitaneria di Porto e del Comune di Procida, nonché del nucleo subacquei dei Carabinieri e di diverse associazioni e società locali.

Il problema dei rifiuti in mare

Marevivo si occupa da tempo del recupero dei rifiuti abbandonati in mare – si stima che negli ultimi anni i suoi sub abbiano raccolto oltre 12mila metri di reti depositate sui fondali. Quello della spazzatura marina è un problema da non sottovalutare: il Consiglio Generale della Pesca nel Mediterraneo (FAO) ritiene che il 70% dei rifiuti gettati in mare vadano a fondo. Di questi, la plastica rappresenta ben il 92% e i materiali derivanti dall’attività di pesca oltre il 27%.

“Marevivo ha lanciato più volte appelli ai pescatori affinché denuncino anonimamente la perdita delle reti, in modo da consentire un recupero tempestivo ed evitare che arrechino un enorme danno alla salute del mare. Oltre a continuare a pescare, le reti tendono a sminuzzarsi in milioni di microplastiche che poi rimangono nel mare per sempre, entrando nella nostra catena alimentare” – ha spiegato Massimiliano Falleri, responsabile Divisione Sub Marevivo.

Le reti e le altre attrezzature da pesca, oltre ad inquinare le acque, rappresentano un pericolo per i pesci e – in generale – per la vita marina. Pur non più in uso, infatti, possono continuare a catturare specie marine intrappolandole sino alla loro morte, costituendo un grave danno per la biodiversità dei nostri fondali. Ecco perché è fondamentale agire per la rimozione e il recupero di questi rifiuti, in modo da preservare il prezioso mondo sottomarino.