Pianta più pericolosa dell'anno: la usiamo tutti in cucina in Italia
Il “lato oscuro” della cucina: la pianta più pericolosa del 2023 è un'erba aromatica che tutti usiamo ma di cui non conosciamo tutte le proprietà
Per la seconda volta consecutiva è stato eletto pianta velenosa dell’anno: il prezzemolo, che tutti usiamo in cucina e non manchiamo di apprezzare in cucine tipiche e regionali, è al primo posto nella classifica delle piante più “pericolose” tra quelle scelte dagli utenti del Giardino Botanico Wandsbek di Amburgo.
La classifica nasce dalle segnalazioni degli utenti, chiamati ogni anno a proporre una pianta o un fiore da far analizzare agli esperti del Giardino Botanico tedesco, che poi ordinano le piante più votate in base alla loro pericolosità.
La pianta più pericolosa dell’anno
Il prezzemolo è stato eletto pianta più pericolosa del 2023: per il secondo anno consecutivo, l’amatissima erba aromatica che tutti abbiamo in casa conquista il primo posto della particolare classifica stilata dal Giardino Botanico Wandsbek con lo scopo di informare e diffondere conoscenza sulle specie vegetali più comuni alle nostre latitudini.
Come ricordano gli esperti dell’istituto tedesco, infatti, “anche il nostro cibo ha un lato oscuro, spesso sconosciuto a molte persone”. È quindi importante imparare a conoscere le piante che ci circondano, a partire da quelle che finiscono quotidianamente nei nostri piatti.
Il prezzemolo è protagonista di alcune delle ricette più amate della cucina italiana, ufficialmente la migliore del mondo, eppure nasconde un “lato oscuro”. Il pericolo si trova all’interno dei semi del prezzemolo, che si formano nel secondo anno di vita della pianta, dopo la fioritura.
I semi del prezzemolo sono infatti ricchi di apiolo, una sostanza che “agisce sulle fibre muscolari lisce della vescica, dell’intestino e soprattutto dell’utero” provocando contrazioni: proprio per questo, ricordano gli esperti del giardino botanico, “l’olio di prezzemolo veniva utilizzato per gli aborti”.
L’uso dell’olio di prezzemolo come abortivo, noto sin dai tempi di Ippocrate e conosciuto anche in Italia, è stato definitivamente abbandonato dopo che, negli anni Cinquanta, diversi studi scientifici ne hanno dimostrato l’estrema pericolosità per la salute delle donne.
“Il prezzemolo porta l’uomo a cavallo e la donna sotto terra”, recita un proverbio tedesco riportato nella classifica: se per le donne l’uso abortivo del prezzemolo poteva costituire un pericolo fatale, ricordano gli esperti del Giardino Botanico Wandsbek, “per gli uomini, al contrario, il prezzemolo è afrodisiaco”.
Prezzemolo: mangiare le foglie non è pericoloso
Il prezzemolo, abbondante e molto apprezzato sulle nostre tavole, non costituisce un pericolo per la salute: l’apiolo, ricordano gli esperti, si trova soltanto nei semi che si formano a partire dal secondo anno di vita della pianta, e cioè dopo la fioritura.
Al contrario del temutissimo sorgo, che è più pericoloso prima della fioritura e in condizioni di stress idrico, il prezzemolo nasce innocuo e diventa “pericoloso” soltanto crescendo – e solo in parte.
“Mangiare le foglie di prezzemolo non costituisce alcun pericolo”, spiegano gli esperti tedeschi, “al contrario, il prezzemolo contiene molta vitamina C, particolarmente importante per prevenire il raffreddore”, ed è ricco di sali minerali come ferro e potassio.
Ha inoltre proprietà antimicotiche, antisettiche e antinfiammatorie, tanto che l’impacco di foglie veniva utilizzato per alleviare punture e infiammazioni, e nella medicina tradizionale cinese il prezzemolo è considerato un rimedio per la pressione alta.
Lasagna, spaghetti con le vongole e ossobuco non sono a rischio: l’uso alimentare del prezzemolo, a differenza di quanto avviene con altre piante tossiche presenti in Italia, è perfettamente sicuro.
È sempre consigliabile comunque non far bollire il prezzemolo insieme ai cibi, specie quello della varietà Petroselinum crispum neapolitanum, anche noto come “prezzemolo a foglia piatta” o prezzemolo di Napoli, tra le varietà più gustose e aromatiche della specie.
Non si può trattare con la stessa tranquillità la pianta al secondo posto della classifica, l’oleandro, molto usato a scopo ornamentale ma mortalmente tossico in ogni sua parte. Seguono, tra le piante più votate dagli utenti del Giardino Botanico Wandsbek, il papavero comune, il tulipano – i cui bulbi sono velenosi tanto quelli del narciso – e il sommaco americano.
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