Pesce palla, c'è un solo ristorante in Italia che ha la licenza, ed è a Milano
Il consumo di pesce palla è proibito dalla legge italiana dal 1992. Tuttavia esiste un ristorante in possesso della licenza per cucinarlo: Shiro Poporoya a Milano
Il consumo di pesce palla, vista la pericolosità di questa specie, è proibito in Italia dal 1992. Esiste tuttavia un ristorante nel nostro Paese in possesso della licenza per cucinarlo: il ristorante Shiro Porporoya.
Shiro Poporoya si trova a Milano, in zona Lima e Porta Venezia. Aperto nel 1989 da Hirasawa Minorou, chiamato anche Shiro, è stato uno dei primi ristoranti di sushi in Italia. Si tratta di un vero e proprio angolo di Giappone tra i grattacieli della città meneghina: la terra del Sol Levante viene omaggiata tanto nella cucina che nell’ambientazione.
Varcato l’uscio del ristorante, i visitatori si ritrovano in un ambiente minimal con elementi in legno scuro, molto simili a quelli che abbondano in terra nipponica. A loro disposizione c’è anche una sala privata, arredata con tatami e sui zaisu, le tipiche sedute a terra con comodo cuscino e schienale. È presente anche un piccolo negozio alimentare, dove si possono acquistare ingredienti e bevande importati direttamente dal Giappone.
A fare la differenza è comunque il menù, che include tutte le specialità della cucina giapponese: sushi, sashimi, chirashizushi, ramen, soba , udon, tenpura e molto altro. A prepararle, è il Maestro Hirasawa Minoru, chiamato Shiro dagli avventori che lo conoscono. I prodotti sono freschissimi, e vi è un grande cura per la scelta delle materie prime, così come nell’osservare le tecniche di lavorazione e cottura tradizionali giapponesi. Nonostante la fama, il rapporto qualità/prezzo da Shiro Poporoya è inoltre molto conveniente.
Il ristorante si distingue anche per essere l’unico in Italia a possedere la licenza per cucinare il fugu, ovvero il pesce palla. Cucinare questo tipo di pesce è proibito dalla legge dal 1992. Si tratta infatti di un cibo molto pericoloso: se non estratte correttamente, le ghiandole velenose contenute nel pesce potrebbero rivelarsi un pasto letale. In altri Paesi è tuttavia permesso portare il fugu in tavola, ma è necessario ottenere una licenza specifica: un aspirante fugu-chef ha bisogno fino a 2-3 anni di apprendistato, dopo i quali dovrà sostenere l’esame stabilito dal Ministero della Salute del Giappone. Solitamente, solo il 30% dei candidati riesce a superare la difficile prova.
Il maestro Shiro è quindi uno dei pochissimi fortunati al mondo a poter vantare l’ambita licenza, che espone con orgoglio nel suo ristorante.
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