Osterie migliori d'Italia: la Toscana ha il record di chiocciole
Dove si mangia bene spendendo poco? Ce lo dice la “Guida Osterie d’Italia” di Slow Food. In testa c'è la Toscana con 27 Chiocciole
Italia, patria del buon cibo e del buon vino, “paese di osti”, come ha ripetuto spesso Gualtiero Marchesi.
A decretare quali sono le migliori osterie del Paese – tenendo conto di diversi fattori come l’ambiente, la cucina, l’accoglienza, il legame con il territorio e i prezzi modici – è la “Guida Osterie d’Italia” di Slow Food. L’edizione 2017, a cura di Marco Bolasco ed Eugenio Signoroni, racchiude ben 1570 indirizzi selezionati, con 263 Chiocciole assegnate (di cui 32 new entry) e 153 novità recensite, la maggior parte delle quali ha un menù che non supera i 35 euro.
La regione più premiata per i locali che si sono distinti per una proposta gastronomica autentica, il rispetto delle materie prime e la cura del cliente è la Toscana, che si porta a casa 27 Chiocciole.
Tra queste, una delle migliori osterie si conferma “Da Burde”, in via Pistoiese, a Firenze. Nato agli inizi del ‘900, come bottega di alimentari e trattoria, è uno dei locali storici della periferia fiorentina, che oltre a distinguersi per la cucina casalinga, presenta una carta dei vini particolarmente ricca, con circa 500 etichette selezionate dal sommelier Andrea Gori.
Il tempio del “mangiar bene al prezzo giusto”, secondo la Guida di Slow Food, è “La Madonnetta”, sorta nel centro storico di Marostica, in provincia di Vicenza, più di cent’anni fa.
A Torino, il premio alla “migliore cucina di recupero” se lo è aggiudicato l’osteria “Antiche Sere”, in via Cenischia, dove il menù è incentrato unicamente sulle tradizionali ricette del Piemonte. Tra questi, i clienti affezionati fanno la fila per il rinomato stinco di maiale, ma anche per i tipici tomini al verde, i peperoni con la bagna cauda, gli gnocchi alla salsiccia ed il soufflé al moscato con lo zabaione.
Se invece si cerca la birra artigianale migliore, allora bisogna recarsi nell’agriturismo “Agra Mater” a Colmurano, in provincia di Macerata. Qui i titolari organizzano periodicamente incontri con i produttori, serate degustazioni e corsi di avvicinamento alla birra. Per la carta dei vini eccelle, però, l’”Osteria Pavesi” a Podenzano, in provincia di Piacenza, mentre il premio alla “miglior selezione di drink e distillati” va alla “Lokanda Devetak”, a San Michele del Carso, in provincia di Gorizia: una monumentale cantina scavata nella roccia.
Chi ha voglia di provare dolci innovativi deve correre a Massa Lubrense, in provincia di Napoli, ed assaggiare quelli del ristorante “Lo Stuzzichino”: qui, i piatti della gastronomia locale sono serviti tra gli arredi rustici e curati di un locale a conduzione familiare, che fin dal 1989 porta avanti con passione la tradizione dell’osteria italiana.
La migliore pasta fresca la si può gustare, invece, alla trattoria “Ai due Platani” di Coloreto, piccola frazione situata a sud-est della città di Parma, fra Malandriano, Monticelli Terme e Marore.
Novità dell’anno, nella “Guida Osterie d’Italia” di Slow Food è il “Ristorante Lilith” dell’agriturismo Masseria Copertini, ad appena dieci chilometri da Lecce. Qui, da più di 20 anni si cucina secondo la tradizione salentina, utilizzando solo materie prime fresche, stagionali e strettamente legate al territorio.
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