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Pesca eccezionale in Liguria: cosa è stato recuperato in mare

Pesca eccezionale nel mare tra Genova e le Cinque Terre, in Liguria: cosa è stato recuperato dalle acque dai pescherecci Lupa e Aquila Pescatrice

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Pesca da record nel mar Ligure, dove nei giorni scorsi le reti di due pescherecci gestiti da pescatori professionisti si sono riempite di pregiate ricciole: oltre 200 quintali di pesci di questa specie sono stati attratti dalle lampare, le tipiche lampade usate per la pesca in notturna.

Stando a quanto riportato dall’agenzia di stampa Ansa, la pesca è avvenuta nel tratto di mare compreso tra Genova e le Cinque Terre, a catturare le ricciole le reti dei pescherecci Lupa, di Sestri Levante, e Aquila Pescatrice, di Genova. 

Si tratta, secondo i pescatori della zona, di una delle più cospicue catture dell’ultimo decennio. Un grossista di Casarza Ligure, cittadina dell’entroterra della provincia di Genova, ha ritirato l’intero pescato, e le ricciole sono state vendute in tutta la Liguria e in alta Toscana, oltre che sui mercati di Torino e Milano. Il grossista ha pagato le ricciole, un pesce azzurro pregiato tipico del mar Mediterraneo e molto utilizzato anche da cuochi e chef di ristoranti, 18 euro al chilogrammo, per rivenderlo poi a 25 euro. Ai consumatori non costerà meno 30 euro.

Nell’Adriatico scatta il blocco della pesca

La notizia della pesca da record in Liguria arriva nei giorni in cui si dibatte sul fermo pesca che dispone il blocco delle attività della flotta italiana lungo l’Adriatico. Dal 30 luglio i pescherecci dal Friuli Venezia Giulia al Veneto, dall’Emilia Romagna fino a parte delle Marche e della Puglia, non potranno uscire in mare, uno stop che inizialmente varrà da Trieste ad Ancona e da Bari a Manfredonia (per entrambi si tornerà in mare l’11 settembre), mentre lungo l’Adriatico nel tratto centrale da San Benedetto e Termoli le attività si fermeranno il 16 agosto (fino al 21 settembre).

Per quanto riguarda il Tirreno, spiega Coldiretti, il blocco scatterà da Brindisi a Napoli fino a Gaeta dal 5 settembre al 4 ottobre. Il 3 ottobre partirà, invece, il fermo da Livorno a Imperia (fino al primo novembre) mentre per Sicilia e Sardegna l’interruzione delle attività è fissata su indicazione delle Regioni mentre da Roma a Civitavecchia è stato effettuato dal 13 giugno al 12 luglio. 

“Come lo scorso anno – ha spiegato Coldiretti Impresapesca – in aggiunta ai periodi di fermo fissati i pescherecci dovranno effettuare ulteriori giorni di blocco che vanno da 7 a 17 giorni a seconda della zona di pesca e del tipo di risorsa pescata. Tutto questo in una situazione in cui i prezzi di vendita al dettaglio per il pesce fresco e refrigerato sono aumentati del 10,4% a luglio per effetto del clima e dell’aumento insostenibile dei costi”.

La denuncia di Coldiretti

Nonostante l’interruzione dell’attività sulle tavole delle regioni interessate – precisa ancora Coldiretti – sarà comunque possibile trovare prodotto italiano, dal pesce azzurro come le alici e la sarde, al pesce spada, dalle vongole e cozze provenienti dalla barche della piccola pesca e dall’acquacoltura, che assicura anche orate e spigole. 

Il fermo cade quest’anno in un momento difficile – è la denuncia di Coldiretti Impresapesca – poiché il blocco dell’attività va a sommarsi al caro carburanti con il prezzo medio del gasolio per la pesca che è praticamente raddoppiato rispetto allo scorso anno costringendo i pescherecci italiani a navigare in perdita o a tagliare le uscite e favorendo le importazioni di pesce straniero, considerato che fino ad oltre la metà dei costi che le aziende ittiche devono sostenere è rappresentata proprio dal carburante. Non a caso gli arrivi di prodotti ittici dall’estero sono aumentati del 29% in valore nei primi quattro mesi del 2022, secondo un’analisi Coldiretti su dati Istat”.

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