Leonardo da Vinci e la misteriosa "Gioconda" di Montecitorio
A Montecitorio è stata rinvenuta una Gioconda della scuola di Leonardo da Vinci, alla cui realizzazione potrebbe aver contribuito anche il "Genio"
La vita e la carriera da artista di Leonardo da Vinci è costellata di misteri. L’ultimo riguarda un “tesoro” custodito alla Camera dei Deputati: si tratta di una “Gioconda” della scuola di Leonardo, alla cui realizzazione potrebbe aver contribuito anche il “Genio” di Vinci. Per 100 anni si erano perse le tracce di questa opera d’arte, conservata sopra il termosifone della stanza di uno dei questori di Montecitorio ma ritenuta “solo” una delle tante copie posticce del capolavoro custodito al Louvre di Parigi.
Il “caso” della “Gioconda” di Montecitorio
A ricostruire il “caso” è stato il quotidiano ‘Il Tempo’: dopo il restauro della “Gioconda” dell’ex collezione Torlonia è stato scoperto che i due dipinti hanno più o meno la stessa datazione e le medesime correzioni nel disegno (che solo l’autore poteva conoscere) e forse, addirittura, la stessa mano.
Ad alimentare il “giallo” hanno contribuito anche alcuni documenti storici che hanno aperto la strada all’ipotesi che Leonardo da Vinci possa aver dipinto almeno due “Gioconde” (ma, allo stato attuale, mancano evidenze per confermare questa teoria).
Quel che sappiamo, oggi, è che anche altri pittori, spesso aiutato dai suoi allievi, erano soliti dipingere più versioni di uno stesso soggetto, anche nella fase esecutiva vera e propria, per dare la possibilità al committente di scegliere la copia di suo maggior gradimento. Ne è un esempio la “Maria Maddalena in estasi” di Caravaggio, di cui esistono almeno 4 copie, tutte ritenute originali.
Ma c’è di più: è anche capitato che un’opera ritenuta per secoli autentica si sia rivelata poi una copia.
Il caso della “Gioconda” spagnola
Mentre si attende di capire quale sarà il destino della “Gioconda” scoperta a Montecitorio, è citato l’esempio della “Monna Lisa” spagnola, che è esposta in un museo.
La «”sovradipintura” rimossa nel 2012 dalla “Gioconda” esposta al Prado ha svelato che l’opera in questione e l’originale del Louvre (in foto) presentano disegni simili e, quindi, i due dipinti potrebbero essere stati realizzati nello stesso momento. Non solo: alcune parti della “Gioconda” spagnola sono conservate anche meglio dell’originale.
La “Gioconda” del Prado e quella di Montecitorio hanno un importante aspetto in comune: dopo i restauri è spuntato il colore azzurro del fiume nella parte sinistra del quadro (mentre quello del Louvre sembra una strada).
Quanto può valere la “Gioconda” di Montecitorio
A “fissare” un prezzo indicativo per la “Gioconda” di Montecitorio è stato il senatore Stefano Candiani, che a ‘Il Tempo’ ha detto: “Se si considera che alcune versioni del Settecento della Gioconda, ovviamente delle copie, sono vendute all’asta sopra il milione di euro, secondo me quella della Camera vale almeno qualche decina di milioni di euro“.
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