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Cambia la speranza di vita in Italia: quanto a lungo si vive qua

Secondo i nuovi dati ISTAT la speranza di vita è cresciuta ancora in Italia con alcune differenze, però, tra le diverse zone della penisola

Pubblicato:

Martina Bressan

Martina Bressan

SEO copywriter e Web Content Editor

Appassionata di viaggi, di trail running e di yoga, ama scoprire nuovi posti e nuove culture. Curiosa, determinata e intraprendente adora leggere ma soprattutto scrivere.

Speranza di vita media

L’Istituto Nazionale di Statistica (ISTAT) ha pubblicato il 31 marzo 2025 i dati provvisori sugli indicatori demografici relativi all’anno 2024. Si tratta di numeri che offrono uno spaccato chiaro della situazione demografica italiana, con particolare attenzione a temi fondamentali come la speranza di vita media, la mortalità, la natalità, la presenza di cittadini stranieri e il progressivo invecchiamento della popolazione. Tra le notizie più rilevanti, c’è il fatto che la speranza di vita alla nascita in Italia è aumentata, confermando un trend positivo dopo il calo registrato negli anni della pandemia. Il calo della natalità e l’invecchiamento della popolazione, invece, sembrano porre nuove sfide per il futuro del nostro Paese.

Speranza di vita in crescita in Italia

Uno degli indicatori più discussi sul report ISTAT riguarda la speranza di vita alla nascita in Italia che nel 2024 ha segnato un ulteriore incremento. Secondo i dati ISTAT il dato nel 2024 si è attestato attorno a 83,4 anni in media. Rispetto al 2023, gli italiani hanno guadagnato quasi cinque mesi di vita in più, un dato che conferma il progressivo ritorno ai livelli pre-pandemia. L’Italia, però, secondo quanto riportano i dati mostra anche delle differenze regionali. Nel Nord la speranza di vita è la più alta, con una media che supera gli 84 anni. In Centro Italia, invece, la media si avvicina a 83,5 anni mentre al Sud e nelle isole il dato è più basso, fermandosi poco sopra gli 82 anni.

Anche dal punto di vista di genere, si conferma ancora una volta una disparità tra uomini e donne. Le donne vivono in media 85,6 anni mentre gli uomini 81,1 anni. Anche se il gap sta gradualmente diminuendo, le donne continuano ad avere un’aspettativa di vita superiore rispetto agli uomini, grazie a fattori biologici e a stili di vita generalmente più salutari. Oltre alla speranza di vita in crescita in Italia nel 2024, anche il numero dei decessi registrati è stato in calo. Il tasso di mortalità, ossia il numero di decessi ogni 1.000 abitanti, è sceso a 11,0‰, tornando sotto i valori critici registrati tra il 2020 e il 2022. Nello specifico nel 2024 sono avvenuti 651 mila decessi. Questo segna il dato più basso dal 2019. Dopo il forte impatto della pandemia, la mortalità è tornata ai livelli pre-Covid, con una riduzione significativa rispetto agli anni precedenti.

Indicatori demografici ISTAT: natalità, immigrazione ed emigrazione

Se la speranza di vita cresce, il numero complessivo della popolazione italiana continua invece a diminuire. Al 1° gennaio 2025, la popolazione residente in Italia era di 58,93 milioni di persone, con una perdita di 37 mila unità rispetto all’anno precedente. Uno degli aspetti più preoccupanti per il nostro paese, però, riguarda il continuo calo della natalità. Nel 2024 sono nati 370 mila bambini e questo numero rappresenta un calo del 2,6% rispetto al 2023. Il tasso di fecondità è sceso a 1,18 figli per donna, il valore più basso mai registrato in Italia. Il calo si registra ancora una volta più importante nelle regioni del Nord Italia dove si fanno meglio figli rispetto al centro e al sud.

Un altro dato significativo riguarda l’aumento degli italiani che decidono di trasferirsi all’estero. Nel 2024, le emigrazioni sono aumentate del 20,5%, raggiungendo il livello record di 191 mila persone, di cui 156 mila cittadini italiani. I Paesi più scelti restano Germania, Regno Unito, Francia e Spagna, oltre a un crescente interesse per il Canada e gli Stati Uniti. Dati ISTAT importanti anche per quanto riguarda l’immigrazione: al 1° gennaio 2025, la popolazione straniera residente in Italia era pari a 5,4 milioni di persone, rappresentando il 9,2% del totale.