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Infarto e tumore: i migliori ospedali d'Italia

I migliori ospedali d'Italia per infarto e tumore: ecco cosa dicono i dati del Piano nazionale esiti di Agenas, l'Agenzia sanitaria delle Regioni

Migliori ospedali infarto e tumore

Al Ministero della Salute è stato presentato il Pne, il Piano nazionale esiti di Agenas, l’Agenzia sanitaria delle Regioni che contiene i dati delle attività del 2021 all’interno degli ospedali italiani.

Il Pne è uno strumento molto utile: valuta il volume di attività delle varie strutture regionali, fornendo anche i risultati dei lavori. Nel Piano vengono analizzati diversi indicatori che consentono di avere un quadro completo della sanità nel nostro Paese.

I migliori ospedali d’Italia per tumori e infarto

Grazie ai dati del Piano nazionale esiti, è possibile sapere quali sono gli ospedali che intervengono prima sull’infarto. In base alle tabelle fornite da Agenas, in Italia ci sono dieci strutture che hanno proporzioni più elevate di angioplastica primaria garantita entro i novanta minuti.

Si parte con l’Ospedale del Mar di Napoli, passando per l’ospedale di Tor Vergata a Roma e il Fabrizio Spaziani di Frosinone. La lista prosegue con l’ospedale Giovanni Paolo II di Sciacca, l’ospedale Maria Vittoria di Torino, il Sant’Antonio Abate di Erice, il Mater Domini di Catanzaro, l’ospedale Maria Santissima Addolorata di Eboli e l’ospedale Centrale di Bolzano, eletta una delle città più verdi d’Italia.

Al tempo stesso il Piano nazionale esiti fornisce anche l’elenco dei migliori ospedali italiani dove le cardiochirurgie presentano una mortalità più bassa nei 30 giorni successivi all’intervento per bypass: l’Umberto I di Ancona, la casa di cura Montevergine Mercogliano (Avellino), l’ospedale Smm di Udine, l’ospedale del Cuore G. Pasquinucci di Pisa, l’azienda ospedaliera San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona di Salerno, il Gemelli di Roma, l’Hesperia Hospital Modena, l’ospedale Ss. Annunziata di Chieti, il Mater Domini di Catanzaro e l’Ospedale di Treviso.

In Italia, secondo gli standard indicati dalla legge, gli ospedali che operano tumori alla mammella devono compiere almeno 150 interventi. Tra i dieci ospedali che hanno i volumi più alti di operazioni di tumore alla mammella troviamo: l’Istituto Europeo di Oncologia di Milano, l’ospedale Carreggi di Firenze, l’Ospedale Bellaria di Bologna, l’IOV di Padova, l’Humanitas di Misterbianco, l’Istituto in tecnologie avanzate di Reggio Emilia, l’azienda ospedaliera di Pisa, quella di Modena e il Gemelli di Roma, città eletta come migliore destinazione europea per le vacanze di Natale.

Ospedali italiani: i dati del Piano nazionale esiti di Agenas

Nel nostro Paese, nel 2021, ci sono stati circa mezzo milione di ricoveri in più rispetto al 2020, ma 1,2 milioni di ricoveri in meno rispetto al 2019, l’ultimo anno precedente alla pandemia di Covid-19. Per l’oncologia i dati sono in ripresa: le ospedalizzazioni per tumore maligno di mammella sono tornate ai livelli pre-pandemici e il 74% degli interventi per cancro alla mammella avviene in strutture che hanno un adeguato numero di operazioni secondo gli standard indicati dalla legge.

Diminuiscono i ricoveri urgenti che sono meno numerosi di quelli previsti. Negli ospedali italiani, riferisce Agenas, la tempestività di accesso ai trattamenti urgenti rimane al di sotto degli standard assistenziali in oltre la metà delle strutture.  La mortalità a trenta giorni dall’infarto, nel 2021, è scesa al 7,7% mentre nel 2020 si era all’8,4% del 2020. Riduzione di attività anche per la cardiochirurgia: gli interventi di bypass aorto-coronarico sono stati 1.900 in meno rispetto ai dati previsti.