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In Calabria trovati funghi alieni tossici: come riconoscerli

In Calabria sono stati trovati alcuni funghi alieni tossici: sono molto pericolosi perché simili alla "mazza di tamburo", una specie commestibile

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Silvio Frantellizzi

Silvio Frantellizzi

Giornalista

Giornalista pubblicista. Da oltre dieci anni si occupa di informazione sul web, scrivendo di sport, attualità, cronaca, motori, spettacolo e videogame.

Una nuova specie esotica di funghi tossici è stata trovata in Calabria: simile alla mazza di tamburo, è invasiva e di origine tropicale.

Funghi alieni tossici comparsi in Calabria

Chlorophyllum molybdites è il nome del fungo tossico comparso in Calabria: a darne notizia, come riferito da ‘Ansa’, è stato il micologo Ernesto Marra, responsabile dell’Ispettorato Micologico Sian, Asp di Cosenza.

Sulla presenza di questi funghi tossici, l’esperto ha dichiarato: “Il riscaldamento dell’atmosfera sta determinando il progressivo avanzamento verso Nord del clima tropicale e ciò fa si che specie viventi originarie di tale fascia climatica, animali, insetti, piante, pesci e anche funghi, trovino condizioni favorevoli alla crescita nei Paesi che si affacciano sul Mediterraneo le cui mutate condizioni di temperatura e umidità ne consentono la presenza, lo sviluppo e la diffusione”.

Ernesto Marra spiegato che la specie fungina di origine tropicale è particolarmente invasiva: fino a qualche anno fa era totalmente assente in Calabria ma adesso si sta diffondendo lungo le aree del litorale Ionico e Tirrenico, come Gizzeria, Lamezia Terme, Vibo Valentia, Polistena, Roccella Ionica, Sellia Marina, Catanzaro e Belvedere Marittimo.

Come riconoscerli: i consigli degli esperti

La specie presente in Calabria, dove sono spuntati anche due esemplari di pesce Scorpione, è stata trovata da diversi cercatori di funghi negli ultimi giorni.  Le notizie legate alla sua prima comparsa della specie in Italia risalgono qualche anno fa nella zona della provincia di Messina: è pericolosa perché all’apparenza ricorda un’altra specie molto ricercata e consumata, la Macrolepiota procera, conosciuta con il nome di “mazza di tamburo” e con la quale condivide aspetto e habitat di crescita.

Secondo gli esperti è molto probabile che il fungo tossico, una delle tante specie aliene che minacciano l’Italia, continui a diffondersi: per limitare i danni è necessario tenere alta la guarda, anche nelle altre regioni del Paese.

Ci sono diverse caratteristiche utili a differenziare la specie tossica dalla mazza di tamburo, ma è pur vero che queste possono sfuggire facilmente ai neofiti: prima di consumare qualsiasi fungo spontaneo raccolto in maniera autonoma, dunque, è bene sottoporlo al controllo di commestibilità degli Ispettorati micologici delle Aziende sanitarie provinciali.

Differenze tra Chlorophyllum molybdites e mazza di tamburo

Il Chlorophyllum molybdites comparso in Calabria è fungo tossico: presenta lamelle tendenti al verdognolo e un gambo liscio senza evidenti decorazioni. Questa specie, molto diffusa nelle regioni sub-tropicali di America, Africa, Madagascar, Oceania e isole del Pacific, in Italia qualche anno fa è stato trovato in Sicilia, dove ha causato diverse intossicazioni di tipo gastroenterico.

Sia il Chlorophyllum molybdites chela mazza di tamburo sono specie di notevoli dimensioni, con un cappello bianco grigiastro e zonature rossastre su base bianca più intense nella parte centrale: nello stadio di primo sviluppo si presentano con un cappello chiuso e assumono la tipica forma della mazza di tamburo.

Una volta giunte a maturazione, le due specie si presentano con un ampio cappello a forma di ombrello cinese che può arrivare a misurare anche fino a 20 centimetri di diametro; in entrambi i casi il gambo è provvisto di un doppio anello mobile e può arrivare a un’altezza di 45 centimetri circa.