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Il fiume Po e l'isola che non c'è più

A fine '800 isola Moreni, tra Sacca di Colorno e Casalmaggiore, finì al centro di una contesa: la storia dell'isola che non c'è più è ora una mostra

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Fiume Po

La storia dell’isola che non c’è più diventa una mostra: non tutti sanno che a inizio ‘800 in un punto del fiume Po, tra Sacca di Colorno, in provincia di Parma, e Casalmaggiore, provincia di Cremona, sorgeva una piccola isola finita al centro di una contesa tra il Ducato di Parma e il Regno Lombardo Veneto, un lembo di terra che oggi rivive attraverso opere e documenti in mostra grazie all’Agenzia Interregionale per il fiume Po.

La storia dell’Isola Moreni

La storia di Isola Moreni, detta anche “Moreni grande”, è un intreccio di vicissitudini politiche ed economiche, ma anche idrauliche. Grazie alle testimonianze pervenute dall’ingegnere Giovanni Antonio Tadini, che nel settembre del 1804 ispezionò il Po tra Martignana e Casalmaggiore in qualità di inviato del Ministero dell’Interno della napoleonica Repubblica Italiana, è stato possibile ricostruire le vicende intorno all’isola e le storie dei personaggi che, dalla fine del Settecento a inizio Ottocento, le hanno ruotato intorno.

Grazie a carteggi, relazioni tecniche, carte geografiche, leggi e opere stampate emerge che l’isola, che faceva parte del Ducato di Parma, nel 1834 divenne parte del Regno Lombardo-Veneto, in cambio di un’altra isola vicino a Coltaro. Una sorta di “battaglia” portata avanti attraverso numerose opere idrauliche, realizzate su entrambe le sponde del “Grande Fiume”, per difendere i territori lungo il Po dalle alluvioni. Oggi l’isola non c’è più, o meglio, non è più un’isola (e in questi mesi si parla anche dei gravi danni legati alla secca del fiume Po), ma AIPO ha deciso di raccontare la sua storia e le sue trasformazioni.

L’ingegner Giovanni Antonio Tadini (1754-1830) divenne ispettore generale del Corpo degli Ingegneri di Acque e strade, e la sua figura è stata al centro di due precedenti mostre organizzate nel suo paese di origine, Romano di Lombardia (BG), che, grazie alla collaborazione e legami con AIPO, creati negli anni, patrocina la mostra assieme al Comune di Parma, che ne ha anche riconosciuto il legame con le iniziative di Parma capitale della cultura 2020 + 21.

La mostra dedicata all’isola Moreni

La mostra “Il Po e l’isola che non c’è più: ingegneri idraulici, traversanti e pennelli tra Sacca di Colorno e Casalmaggiore”, è organizzata da AIPO all’interno della sua sede principale, lo storico “Palazzo delle Acque” di Strada Garibaldi 75 a Parma.

All’interno della cosiddetta “sala ottagonale” saranno visibili fedeli e preziose riproduzioni di documenti e mappe conservati negli archivi storici e nel patrimonio cartografico di AIPo, che narrano la trasformazione fisica ma anche politica dei territori del Po; si potrà “camminare” su una mappa di un tratto del Po allestita sul pavimento. L’attenzione è tutta sul tratto tra Sacca di Colorno e Casalmaggiore, dove appunto fino all’800 sorgeva l’Isola Moreni, che oggi non è più un’isola.

La mostra sarà visitabile sino all’1 giugno 2022, con prenotazione obbligatoria, nei seguenti giorni e orari: martedì, giovedì e venerdì, dalle 14 alle 17.30, il mercoledì dalle 10.00 alle 12.30 e dalle 14.00 alle 17.30 (chiusura il lunedì).

La visita può essere anche un’occasione per entrare nell’ormai “storico” palazzo di barriera Garibaldi – sulla cui facciata campeggia ancora l’iscrizione  “Magistrato per il Po – Genio Civile” – che in tantissimi conoscono solo dall’esterno e che conserva ancora molte caratteristiche tipiche di un edificio pubblico degli anni ’50, oltre a prestigiose carte fluviali ottocentesche appese lungo i suoi corridoi.