Come sarà l’estate 2023 in Italia: le previsioni
Una ricerca condotta dalla Fondazione Cima ha svelato come sarà l'estate 2023 in Italia tra alte temperature e rischio siccità
Ormai sappiamo che l’innalzamento delle temperature e la mancanza di piogge rischia di essere un grave danno per il futuro del nostro pianeta.
Fondazione Cima, un Centro Internazionale in Monitoraggio Ambientale, ha svolto un’analisi sulle temperature miti che hanno caratterizzato la stagione invernale e sulla scarsità di precipitazioni in forma di neve. Tutti questi fattori hanno contribuito a creare un forte deficit dello stock idrico nivale che avrà ripercussioni soprattutto durante la stagione estiva.
Neve in Italia sempre più scarsa
Stando ai dati analizzati da Fondazione Cima, l’Italia registra per il secondo anno consecutivo una grande diminuzione delle precipitazioni a carattere nevoso. La scarsità di neve è un fenomeno molto preoccupante sia per il turismo invernale sia perché la neve è considerata un’importante scorta d’acqua per le stagioni più calde. Dalla neve che cade sulle Alpi, infatti, vengono poi alimentati i corsi d’acqua più importanti del nord Italia come il Po e l’Adige. Francesco Avanzi, idrologo della Fondazione Cima, ha spiegato la situazione a La Repubblica “La neve, secondo l’ultimo monitoraggio di Cima, scarseggia: meno 45% rispetto alla media degli ultimi 12 anni se si guarda a tutta l’Italia, meno 53% sulle Alpi e addirittura meno 61% nel bacino del Po. Livelli simili, di questa stagione, si sono visti solo l’anno scorso.”
La scarsità di neve l’anno scorso ha poi causato moltissimi danni all’agricoltura, che Coldiretti aveva stimato attorno ai sei miliardi.
L’OMS, l’Organizzazione Mondiale della Sanità, già giorni fa aveva comunicato che l’Italia è un Paese a stress idrico medio-alto. La nostra penisola, infatti, ha già utilizzato il 30-35% delle sue risorse idriche rinnovabili.
Le previsioni per la prossima estate
Una squadra di Fondazione Cima ha ideato un sistema noto come IT-Snow per stimare quanta neve c’è sulle Alpi e di conseguenza quanta acqua accoglieranno i fiumi nei mesi successivi. Nello specifico IT-SNOW fornisce mappe giornaliere con dati importanti come l’equivalente in acqua della neve presente (SWE), l’altezza della neve e informazioni sulla densità del manto nevoso.
Sempre Francesco Avanzi della Fondazione Cima ha spiegato a La Repubblica come funziona il rilevamento. “Normalmente le Regioni eseguono monitoraggi a terra. Scelgono punti ben precisi e periodicamente misurano lo spessore della neve con dei pali centimetrati. Contemporaneamente i satelliti dal cielo rilevano l’estensione della coltre bianca. Così riusciamo a capire quanta neve abbiamo sui monti. Cioè quante monete contiene il nostro salvadanaio. Rispetto alla media degli ultimi anni, il livello è solo a metà”.
Per il secondo anno successivo, quindi, il nostro paese potrebbe affrontare una stagione estiva caratterizzata da siccità dato che sia le falde sotterranee che i fiumi sono ormai in sofferenza.
Sulla base di questi dati Coldiretti ha affermato che molti agricoltori stanno rinunciando a seminare, perché il rischio di perdere gran parte raccolto è per loro davvero alto. Si stima che verranno coltivati all’incirca ottomila ettari di riso in meno rispetto all’anno scorso. Alcuni esperti affermano che a lungo andare anche l’acqua del rubinetto potrebbe diventare una rarità.
Come nell’estate 2022 e come già accaduto quest’anno continueremo a vedere i principali fiumi in secca e i Laghi a livelli minimi. Basta pensare solo al Lago di Garda dove nei giorni scorsi è ricomparso l’istmo che collega la terraferma con l’isola dei Conigli. Di solito ciò accade durante i mesi più caldi dell’anno e il fatto che sia avvenuto in inverno preoccupa moltissimo. Si teme infatti che la prossima stagione estiva possa portare nuovamente problemi idrici sia al lago di Garda sia a tutta la Lombardia.
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