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Ercolano ritrova le travi e le ante carbonizzate del 79 d.C.

Finalmente ad Ercolano tornano a vedere la luce alcune antiche travi in legno carbonizzato, sopravvissute all'eruzione del Vesuvio nel 79 d.C.

Il sito archeologico di Ercolano continua a regalare sorprese: dopo un lungo lavoro di restauro, finalmente tornano ad essere visibili delle travi e delle ante in legno carbonizzate, sopravvissute all’eruzione del Vesuvio del 79 d.C. che ha distrutto l’antica città romana. Presto potremo vederle da vicino, perché gli esperti hanno messo a punto un nuovo metodo per preservare questi preziosissimi reperti dalle condizioni climatiche avverse e dalle alte temperature che caratterizzano la regione durante l’estate.

Ercolano, il ritrovamento prezioso

Alle pendici del Vesuvio, in epoca romana, si erano sviluppati diversi centri abitati: tra questi anche Pompei ed Ercolano, i più famosi, che vennero devastati dall’eruzione del vulcano che non lasciò scampo alla popolazione. Roventi colate di lava sommersero edifici e persone, proteggendoli al tempo stesso dall’inevitabile processo di lenta distruzione cui sarebbero andati incontro se fossero rimasti a cielo aperto. È per questo che, ancora oggi, possiamo ammirare reperti perfettamente conservati per così tanti secoli. Come le travi e gli altri elementi lignei che sono recentemente stati restaurati, e che presto saranno visibili al pubblico.

Numerosi esperti hanno lavorato a lungo per ripristinare le condizioni iniziali di questi reperti, che erano stati scoperti negli anni ’60 durante alcuni scavi. Si tratta, in particolar modo, di una trave di legno carbonizzato lunga ben 14 metri, posizionata a circa 3 metri di altezza sul portico di una delle tante botteghe che si trovano sul Decumano Massimo, la via principale di Ercolano. Questa trave, assieme ad altre trovate in passato, presentano dettagli incredibili: alcune di esse sono decorate, anche se originariamente erano piazzate in posizione nascosta alla vista, a testimonianza del raffinato gusto estetico dei romani – che si trova in tantissimi altri reperti.

Inoltre sono state recuperate due ante a soffietto che costituivano la porta di una bottega, le quali verranno conservate in una teca ed esposte al pubblico. “Abbiamo restaurato in situ assi e porte: si è compreso che l’ambiente può influenzare anche resti unici al mondo come legni carbonizzati” – ha affermato Francesco Sirano, direttore del Parco Archeologico di Ercolano – “Fondamentale qui, come in tutto il sito, il lavoro e il contributo dell’Herculaneum Conservation Project, che opera a Ercolano su mandato del Packard Humanities Institutes”. Probabilmente già nel mese di giugno si apriranno le visite alle botteghe del Decumano Massimo, e potremo ammirare gli oltre 330 elementi lignei ritrovati nel corso degli anni.

Novità ad Ercolano: così proteggono le rovine

Negli ultimi mesi, gli esperti hanno lavorato per poter rendere visitabili i resti di Ercolano, tra cui le travi di legno carbonizzate. È stato infatti necessario mettere a punto un nuovo piano per proteggere questi preziosi reperti, che fino ad oggi venivano ricoperti di cera di paraffina per consolidarli. Con il passare del tempo, questa sostanza si è sciolta a causa delle alte temperature: nel corso del restauro, la paraffina rimasta è stata asportata e il legno è tornato “al naturale”. Per preservarlo dallo sgretolamento, si è deciso di intervenire in maniera diversa.

Ad Ercolano sono dunque stati montati dei teloni automatizzati, realizzati con speciali fibre naturali: si tratta di un materiale creato appositamente per proteggere le rovine dal caldo estivo, in sperimentazione proprio adesso presso il Parco Archeologico. Qui, durante la stagione bella le temperature possono arrivare sino ai 50°C, ma grazie ai teloni è possibile abbassarla di ben 20°C. Inoltre, servono anche ad evitare che le intemperie possano danneggiare questo fragile legno.