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Colline siciliane, 5 milioni di anni fa erano 40 metri sott'acqua

Recenti studi hanno fatto emergere che le colline della Sicilia sud-orientale 5 milioni di anni fa si trovavano sommerse da decine di metri d’acqua

Pubblicato:

Martina Bressan

Martina Bressan

SEO copywriter e Web Content Editor

Appassionata di viaggi, di trail running e di yoga, ama scoprire nuovi posti e nuove culture. Curiosa, determinata e intraprendente adora leggere ma soprattutto scrivere.

Le colline siciliane erano sott'acqua

Le colline della Sicilia sud-orientale, oggi scenario di panorami mozzafiato, un tempo si trovavano sommerse da decine di metri d’acqua. I depositi di roccia disseminati sulle loro cime rappresentano la prima prova della più grande alluvione conosciuta nella storia della Terra, avvenuta circa 5 milioni di anni fa. Questa catastrofe naturale riempì il Mar Mediterraneo dopo un lungo periodo in cui il bacino era quasi completamente asciutto. La scoperta, frutto del lavoro di un team internazionale di ricercatori tra cui l’Università di Catania, è stata recentemente pubblicata sulla rivista Communications Earth & Environment. I dati raccolti mostrano che, durante il picco di questa mega-inondazione, l’acqua scorreva a una velocità impressionante di 115 chilometri orari e avrebbe sommerso le colline della Sicilia con oltre 40 metri d’acqua.

Gli studi sulle colline della Sicilia sudorientale

I depositi di roccia trovati sulle cime delle colline siciliane offrono una finestra unica su un evento naturale avvenuto milioni di anni fa. Gli studiosi hanno determinato che queste rocce, ora situate a circa 100 metri sopra il livello del mare, provengono da strati molto più profondi e sono state trasportate fino alle sommità dalle correnti potenti della mega-alluvione. Circa 6 milioni di anni fa, durante la cosiddetta crisi di salinità del Messiniano, il Mar Mediterraneo si trovò isolato dall’Oceano Atlantico a causa di movimenti tettonici e cali del livello del mare. Questo isolamento portò a un progressivo prosciugamento del bacino, con la formazione di vasti depositi di sale e un abbassamento del livello del mare di oltre un chilometro.

Successivamente l’acqua dell’Atlantico riprese a fluire nel Mediterraneo attraverso lo Stretto di Gibilterra. Sebbene inizialmente si pensasse che il bacino si fosse riempito lentamente, studi più recenti hanno suggerito che il riempimento potrebbe essere stato molto più rapido e drammatico.

La mega-inondazione riempì inizialmente il bacino occidentale del Mediterraneo, per poi superare la soglia sottomarina nota come soglia siciliana e riversarsi nel bacino orientale. È in questo contesto che le colline siciliane sono state modellate e plasmate dalla forza dell’acqua, lasciando segni che oggi possiamo leggere nelle rocce e nella conformazione del territorio. Giovanni Barreca, dell’Università di Catania, ha condotto studi approfonditi sui depositi rocciosi della zona. L’analisi dei campioni ha rivelato che questi materiali erano stati erosi da livelli profondi e trasportati verso l’alto, a dimostrazione della potenza straordinaria delle correnti che attraversarono la regione durante l’evento.

Le dichiarazioni degli esperti su un evento senza precedenti

Fino a ora la maggior parte delle prove di questa mega-inondazione proveniva da studi del fondale marino, ma l’identificazione di tracce terrestri offre una nuova prospettiva sull’entità e la dinamica dell’evento. Questo studio sottolinea anche l’impatto devastante che i cambiamenti climatici e geologici possono avere sul paesaggio terrestre. Il picco dell’evento, che ha interessato la Sicilia, è probabilmente durato solo pochi giorni, durante i quali l’acqua ha scolpito il paesaggio con una forza inimmaginabile.

Paul Carling, ricercatore dell’Università di Southampton e coautore dello studio sulle colline siciliane, ha descritto l’unicità dei depositi trovati. L’Agi ha ripreso le sue parole “Si può dire dalla loro natura che provenivano da livelli più bassi”, ha spiegato Carling, aggiungendo che questi materiali “sono stati trasportati su e giù per queste colline” dalla forza dell’acqua. Le colline stesse presentano una forma aerodinamica, simile a quella di alcune formazioni del Montana scolpite da una massiccia inondazione alla fine dell’ultima era glaciale. Il sito di ‘Agi’ ha ripreso sempre le parole di Carling sul tema: “Sono piuttosto distintive. E l’unica cosa che può modellare caratteristiche di questa portata sono inondazioni profonde e su larga scala.”