Cinque Terre: sindaca di Riomaggiore pronta a chiudere i borghi
La sindaca del comune di Riomaggiore, uno dei borghi delle Cinque Terre, ha detto di aver pensato ad un'ordinanza per limitare l'accesso ai borghi
L‘Italia è un paese che vanta un patrimonio storico, architettonico e naturale davvero unico al mondo. La ricchezza, la varietà e l’eredità della nostra penisola ci rende una meta molto ambita anche a livello internazionale. Il turismo, però, nonostante sia uno dei settori trainanti della nostra economia non esercita sempre un impatto positivo. Ci sono, infatti, diverse località italiane che soffrono di overtourism, ovvero sovraffollamento di turisti che rischiano di danneggiare ecosistemi già fragili e delicati. Una delle destinazioni italiane maggiormente interessate da questo fenomeno è certamente quella delle Cinque Terre, in Liguria. In questa zona la sindaca di Riomaggiore, uno dei più famosi comuni, si è dichiarata pronta mettere il numero chiuso e a contingentare l’accesso ai borghi.
Numero chiuso ai borghi delle Cinque Terre
Monterosso, Corniglia, Vernazza, Riomaggiore e Manarola sono gli splendidi borghi che compongono le Cinque Terre. In particolare, Riomaggiore e Manarola sono parte dello stesso territorio comunale (comune di Riomaggiore) e sorgono nella Riviera di levante, ovvero nella parte più orientale e più meridionale delle Cinque Terre. Questi borghi costituiti da edifici colorati, un mare azzurro e natura incontaminata sono stati dichiarati Patrimonio UNESCO.
Sono territori fragili, spesso definiti a rischio per via della loro conformazione geologica che se da un lato contribuisce alla loro bellezza dall’altro è anche una loro debolezza. Per questo la sindaca di Riomaggiore ha dichiarato di voler firmare un’ordinanza comunale per il ponte del 25 aprile per limitare l’accesso di turisti ai suoi territori. L’amministrazione, infatti, è preoccupata per il fenomeno dell’overtourism che impatta sui livelli di inquinamento, sullo sfruttamento delle risorse naturali locali ma anche sulla qualità della vita delle comunità locali.
Inoltre, il comune non è attrezzato per gestire alti flussi turistici quando si supera una certa soglia e, quindi, per garantire l’incolumità dei visitatori. L’idea è quella, in caso si superi un certo numero di persone, di chiudere il tunnel che dalla ferrovia permette di accedere al piccolo borgo di Manarola, famoso perché punto di partenza della Via dell’Amore. Una misura di sicurezza, insomma, volta a garantire la tutela del territorio e la sicurezza delle persone.
Le dichiarazioni della sindaca Fabrizia Pecunia sulla situazione
Fabrizia Pecunia, prima cittadina del comune di Riomaggiore, ha espresso tutta le sue preoccupazioni in merito al sovraffollamento turistico che interessa il territorio cittadino. Per questo ha deciso di aprire un tavolo di discussione invitando altre parti coinvolte come Rfi e Trenitalia per discutere come gestire al meglio la situazione. Il treno, infatti, è il mezzo principale con cui i turisti raggiungono queste località liguri. Le parole della sindaca in merito sono state riportate da ‘La Repubblica’: “A me sta bene avere tutte le responsabilità che ormai ricadono sulle spalle dei sindaci, mi sta bene andare in galera se manco a qualche mio dovere, ma chiedo però di essere messa in condizione di farlo, il mio dovere. Per proteggere l’incolumità dei turisti e il mio territorio da un afflusso non preorganizzato: ho responsabilità sulla stazione ferroviaria, sul territorio del Comune, ma devo lavorare alla cieca, perché non posso sapere quante persone arriveranno dai treni sul territorio di mia competenza. Così sono costretta a chiudere i borghi, se supereremo il limite massimo”.
La prima cittadina di Riomaggiore, inoltre, ha espresso di sentirsi sola nel gestire una situazione così importante dato che anche la responsabilità della Protezione Civile ricade su di lei, ma in un comune così piccolo non ha personale per gestire anche questa attività. In merito a questo si leggono le sue parole sempre su ‘La Repubblica’: “Anche la Protezione civile ricade sul sindaco, cioè su di me. In cosa consiste la Protezione civile di un Comune da 1300 abitanti? Dalla sindaca, da un gruppo di straordinari volontari, e dal responsabile dell’ufficio tecnico. E così, se succede, come a Natale, che scatta un’allerta, ci ritroviamo in due, davanti al monitor, a osservare gli eventi e prendere decisioni e chiedere l’aiuto dei volontari. Così avverrà se supereremo il numero di turisti consentito dal Piano di protezione civile.”
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