Cinque sorelle e il ritorno in campagna: "Ma il nostro riso è 4.0"
Meracinque è il nome del progetto fondato da 5 sorelle veronesi che coltivano un riso unico e innovativo. Un riso che rispetta la tradizione ma con tecniche agricole 4.0
Si chiama “Meracinque” ed è il progetto imprenditoriale con cui le sorelle Tovo sono tornate alle origini dopo aver girovagato l’Italia e l’Europa per studiare e lavorare. Un ritorno alla terra del riso, quella delle campagne veronesi, e a un legame indissolubile con le loro radici che nonostante il passare del tempo e i chilometri di distanza non si è mai indebolito. All’improvviso un’idea, quella buona: coltivare un riso secondo tradizione, ma con tecniche agricole innovative.
Sorelle di riso
Quella terra che le ha viste crescere, giocare e partire per nuove mete è la stessa che le ha riabbracciate nel giorno del loro ritorno. Siamo a Villafranca, nella provincia veronese più verde e votata all’agricoltura e alla coltivazione del riso. Fin da bambine ‘mera’ è sempre stato il nomignolo con cui le sorelle Tovo si chiamavano fra loro. E’ l’abbreviazione di meraviglia, che è anche la parola migliore per descrivere l’energia di questo progetto.
Cinque donne diverse, ognuna con la sua specializzazione: Benedetta e Margherita fra Londra e le risaie con la passione per il marketing; Silvia a Milano per curare la rete commerciale; Anna, 25 anni, commercialista provetta. E poi c’è la più giovane delle sorelle, Maria Vittoria, 21 anni e un percorso di studi da completare in Germania. Il Jolly del progetto Meracinque che è già un vulcano di idee fresche e innovative.
Meracinque, il riso 4.0
Il riso Merancinque è coltivato con tecniche innovative per ottimizzare la qualità e quantità delle risorse impiegate. Tutto parte da un’analisi accurata del terreno prima della semina, per conoscere la composizione chimico-fisica, le caratteristiche, e comprenderne al meglio le necessità.
Uno studio scientifico, dunque, che si avvale di scanner elettromagnetici in grado di restituire una vera e propria radiografia del terreno. I dati rilevati vengono poi incrociati a quelli ottenuti dai campionamenti a carota per le analisi chimiche.
L’approccio, dunque, è micronaturale. Si utilizzano microrganismi di origine giapponese che vengono spruzzati sui terreni dopo la spigatura del riso e che rinforzano le difese naturali delle piante. Così la lotta ai parassiti avviene senza utilizzo di agrofarmaci. Quello che arriva in tavola, è un riso di alta qualità, nutrizionalmente completo e prodotto nel rispetto dei cicli naturali della terra, secondo tecniche moderne e conoscenze antiche. Un riso 4.0.
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