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La casa di Beatrice a Firenze diventa una dimora storica

Palazzo Portinari Salviati torna a nuova vita: la casa di Beatrice, musa di Dante, oggi è una residenza storica di lusso con SPA e suite affrescate

Firenze, Palazzo Portinari Salviati riapre al pubblico

Palazzo Portinari Salviati riapre le proprie porte al pubblico dopo cinque anni di restauro: il palazzo, che fu dimora della Beatrice musa di Dante, torna a nuova vita come dimora storica.

Il gioiello rinascimentale di via del Corso, che è stato per anni sede di una banca, ospita oggi un complesso extra-lusso con tanto di SPA, ristorante stellato e suite storiche dedicate ai grandi personaggi che hanno attraversato le stanze di uno dei palazzi nobiliari più importanti della città.

Palazzo Portinari Salviati, la casa di Beatrice

Simbolo della storia e della cultura di Firenze, Palazzo Portinari Salviati fu costruito nel Duecento dalla famiglia Portinari, la stessa che diede i natali a Beatrice, musa ispiratrice di Dante Alighieri.

Nel 1456 il Palazzo divenne proprietà di Jacopo Salviati, marito di Lucrezia de Medici: in quest’epoca la residenza venne ampliata e trasformata in un vero e proprio gioiello dell’architettura rinascimentale nel cuore della città vecchia.

Qui i Salviati custodivano opere di Donatello, Verrocchio e Correggio, e fecero costruire una Cappella magnificamente affrescata, che torna oggi visitabile dopo un lungo restauro: tra grandi saloni, corti, opere d’arte transitarono uomini e donne che hanno fatto la storia della città e non solo – da Lionardo Salviati, che fondò l’Accademia della Crusca, alla Regina di Francia Maria de Medici.

Dopo una breve parentesi istituzionale nella seconda metà dell’Ottocento, nell’epoca in cui Firenze era Capitale d’Italia, Palazzo Portinari Salviati è stato per molto tempo sede degli sportelli e degli uffici della Banca Toscana. Infine, nel 2016, la perla rinascimentale di via del Corso viene acquisita da Ldc Hotels & Resort, dell’imprenditore taiwanese Nelson Chang. E dopo cinque anni di lavori, affidati allo studio Spagnulo & Partners, l’antica casa di Beatrice risorge nella forma di una residenza d’epoca di lusso.

Una dimora storica nel cuore di Firenze

Oggi Palazzo Portinari Salviati ospita 13 suite, 25 appartamenti, una SPA e un ristorante stellato. Le eleganti suite con affreschi del Settecento, i lussuosi appartamenti con vista sul Duomo di Firenze, la penthouse dedicata a Galileo Galilei, invitano ad assaporare la storia della città in una sorta di viaggio nel tempo reso possibile dal meticoloso lavoro di restauro portato avanti da Spagnulo & Partners e Faberestauro.

Il progetto di restauro, spiega Federico Spagnulo di Spagnulo & Partners, ha inteso ricreare un racconto storico di Firenze, attraverso i personaggi che in queste stanze hanno scritto la storia cittadina.

Le suite storiche del piano nobile del Palazzo, finemente restaurate con dettagli originali, sono dedicate ai personaggi che hanno reso immortali le mura di queste stanze, a partire da Beatrice Portinari e Dante Alighieri. Non manca una suite dedicata a Francesco I de Medici, che mostra sul soffitto, ancora visibili, i decori quattrocenteschi con l’arma Portinari.

“Gli ospiti del Palazzo di Beatrice con stupore faranno la conoscenza di personaggi oggi sconosciuti ai più, un tempo protagonisti delle vicende che resero Firenze unica nel mondo”, spiega Spagnulo, “le meraviglie degli arredi, e alla ricchezza dei dettagli di finitura fanno da contraltare la segretezza di storie antiche, riportate in vita per essere sussurrate tra pochi intimi”.

Il restauro ha interessato anche la Cappella Salviati e i suoi cicli di affreschi, che si è scoperto essere dipinti a olio: la piccola cappella gentilizia dedicata a Santa Maria Maddalena, dipinta da Alessandro Allori alla fine del Cinquecento, sarà visitabile ogni lunedì. Secondo le disponibilità, l’itinerario di visita di questo gioiello nel cuore del centro storico di Firenze può comprendere anche la Corte di Cosimo I, la Corte degli Imperatori e alcune delle suite storiche affrescate nel Settecento da Tommaso Gherardini.