Campi Flegrei, 40 scosse al giorno: cosa fare. Il vademecum
Si viaggia a una media di 40 scosse al giorno ai Campi Flegrei: spunta il vademecum della Protezione Civile su come comportarsi in caso di emergenza
Continua a tremare la terra ai Campi Flegrei: nella zona vulcanica della Campania si viaggia alla media di 40 scosse al giorno, più di un terremoto ogni ora. In un mese gli abitanti devono fare i conti con 1.200 scosse: una situazione che va avanti da tutta l’estate e potrebbe proseguire nei prossimi mesi.
Scosse ai Campi Flegrei: la situazione
A rivelarlo è il vulcanologo Giuseppe Mastrolorenzo che parlando di quanto sta succedendo ai Campi Flegrei ha provato a fare un’ipotesi ragionando in termini futuri: “Si potrebbe continuare così per mesi, forse addirittura per anni – le parole del vulcanologo riportate dal Corriere della Sera – perché fino a quando il suolo continuerà a sollevarsi, i terremoti proseguiranno a turbare i sonni dei residenti”.
Nei giorni in cui si parla tanto di una possibile eruzione ai Campi Flegrei, su Facebook sono nati diversi gruppi dove gli utenti si scambiano tante informazioni, come le notizie in tempo reale sulle scosse e i suggerimenti pratici su come affrontare l’eventuale emergenza. Sono diversi i suggerimenti che si possono leggere sui gruppi social: c’è chi spiega come rinforzare i muri maestri delle abitazioni, facendosi consigliare da un ingegnere, e c’è chi mostra come organizzarsi all’interno della propria abitazione per evitare che durante una scossa possano cadere librerie, specchi, quadri, mobili e altri oggetti.
Il vademecum della Protezione Civile
Sul sito ufficiale del Dipartimento della Protezione Civile c’è un vademecum che informa su come comportarsi in caso di eruzione. Le indicazioni sono rivolte a chi vive o si trova in una zona vulcanica: la protezione invita sempre a informarsi sul piano d’emergenza del proprio comune per adottare comportamenti indicati dalle autorità e attuare correttamente le operazioni di evacuazione, ove previste.
In caso di colata di lava non bisogna avvicinarsi, anche quando defluisce regolarmente perché sprigiona gas e può dare luogo a rotolamenti di massi incandescenti ed esplosioni repentine. Il vademecum della Protezione Civile informa anche su come comportarsi di fronte alla caduta di “bombe vulcaniche”. In primis è sempre bene informarsi se la zona in cui ci si trova è soggetta alla ricaduta di materiali grossolani, un fenomeno altamente distruttivo per gli edifici che in questo scenario non costituiscono un valido rifugio: l’unica forma di difesa possibile è l’allontanamento preventivo dall’area interessata.
Un altro scenario è quello delle ceneri vulcaniche: la loro caduta non costituisce un grave rischio per la salute, ma la prolungata esposizione alle ceneri più sottili può provocare moderati disturbi all’apparato respiratorio: durante le fasi di caduta delle ceneri o in giornate ventose se la cenere è già al suolo, si consiglia restare in casa con le finestre chiuse o comunque uscire avendo cura di indossare una mascherina per la protezione dalle polveri e possibilmente occhiali antipolvere.
In caso di emissioni gassose bisogna evitare di sostare o campeggiare in aree vulcaniche e inoltrarsi in ambienti sotterranei: l’anidride carbonica è un gas inodore più pesante dell’aria e può essere letale in concentrazioni elevate. In caso di colate piroclastiche bisogna essere preparati ad affrontare un’eventuale evacuazione perché l’unica difesa è l’allontanamento preventivo dall’area che potrebbe essere investita da questo fenomeno eruttivo.
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