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Toscana e Calabria "litigano" per i Bronzi di Riace

Una copia dei Bronzi di Riace verrà gettata in mare in Versilia per studiare gli effetti dell'acqua sul bronzo: polemiche tra Calabria e Toscana

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Polemica sui Bronzi di Riace

Il Comitato per la tutela e la valorizzazione dei Bronzi di Riace e del Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria ha reagito in maniera negativa a quanto sta per succedere in Toscana, dove due copie dei Bronzi di Riace verranno gettate nelle acque della Versilia per poi essere recuperate tra un anno al fine di studiare gli effetti dell’interazione tra il mare e il bronzo.

Con un duro comunicato, Pasquale Amato, Francesco Alì e Eduardo Lamberti Castronuovo del Comitato per la tutela e la valorizzazione dei Bronzi di Riace e del Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria hanno manifestato il proprio dissenso nei confronti dell’iniziativa andata in scena in Toscana.

Bronzi di Riace, il caso: “litigano” Calabria e Toscana

“L’iniziativa delle copie dei Bronzi di Riace gettate in mare e recuperate dopo un anno per studiarne gli effetti è innanzitutto un’idea ridicola – le parole del comunicato riportato da strettoweb.com – Bisognerebbe tenere in mare le copie per circa 2.000 anni, ricreare le stesse condizioni climatiche, di salinità del mare, di fauna e flora che si sono avvicendate nello stesso periodo per provare a riprodurre gli effetti prodotti sugli originali”.

“Ci dispiace che gli organizzatori debbano sprecare risorse economiche e tempo per provare a scoprire risultati già acquisiti dal Ministero che, da quando i Bronzi sono stati ritrovati, ha già effettuato tre restauri con i quali si è altresì cercato di porre rimedio ai danni procurati dagli agenti corrosivi e dalle ossidazioni provocate da tanti anni in fondo al mare – si legge nel comunicato – questa operazione è offensiva verso l’impegno degli studiosi che si sono spesi in cinquanta anni di restauri e ricerche e lesiva dell’immagine dei due capolavori assoluti del V secolo avanti Cristo nel mondo. Danneggia infine il primato dell’Italia come sede del più rilevante patrimonio artistico e culturale nel mondo”.

“Se davvero si vuole diffondere al meglio la conoscenza dei due capolavori – hanno osservato Amato, Alì e Lamberti – invitiamo il Ministero, la Regione e la Città Metropolitana a investire risorse per organizzare Voli e Treni Speciali per consentire ai visitatori italiani e stranieri di venire a Reggio Calabria per ammirare l’armoniosa perfezione artistica e l’’ammaliante bellezza delle statue originali. Opere che sono Eccellenze Mondiali e Beni Identitari e inamovibili del Museo Archeologico della Magna Grecia di Reggio Calabria”.

L’iniziativa andata in scena in Versilia è stata nominata “Rewind”: due copie dei Bronzi di Riace, realizzate dalla Fonderia d’Arte Massimo del Chiaro tra il 1990 e il 1995, verranno gettate in acqua dove resteranno per un anno. Nel 2023 le due statue verranno recuperate e una volta tornate in superficie, saranno analizzate per studiare gli effetti dell’acqua marina sul bronzo.

I Bronzi di Riace rappresentano una delle più grandi scoperte archeologiche d’Italia del secolo scorso. Durante gli ultimi anni è emersa una nuova teoria sui Bronzi di Riace: stando a quanto ipotizzato dal professor Daniele Castrizio, i Bronzi erano cinque e non due e in origine doveva essere biondi e dorati. Un’altra ipotesi parla dell’esistenza di un terzo bronzo di Riace: a tal proposito il sindaco Antonio Trifoli si era detto favorevole a far partire una nuova campagna di ricerche per verificare l’esistenza della terza statua.