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I Bronzi di Riace sono in realtà siciliani? La nuova scoperta

Un nuovo studio portato avanti da un team di esperti e professionisti rivelerebbe che i Bronzi di Riace in realtà sono stati realizzati in Sicilia

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Martina Bressan

Martina Bressan

SEO copywriter e Web Content Editor

Appassionata di viaggi, di trail running e di yoga, ama scoprire nuovi posti e nuove culture. Curiosa, determinata e intraprendente adora leggere ma soprattutto scrivere.

I Bronzi di Riace sono siciliani?

I Bronzi di Riace, due statue greche di bronzo scoperte nel 1972 al largo della costa calabrese, sono tra le opere d’arte antica più celebri al mondo. A lungo questi capolavori hanno rappresentato un mistero, soprattutto per quanto riguarda il loro significato e la loro origine. Recenti studi eseguiti sotto un profilo geochimico, però, potrebbero fornire nuove teorie riguardo una possibile origine siciliana dei Bronzi.

Un nuovo studio rivelerebbe l’origine siciliana dei Bronzi di Riace

Un recente studio condotto da alcuni ricercatori ed esperti italiani avrebbe riportato in auge la teoria secondo la quale i Bronzi di Riace sarebbero siciliani e più precisamente potrebbero provenire dall’area intorno a Siracusa. Un’ipotesi già ventilata in precedenza ma mai davvero convalidata. Per portare avanti questa teoria, quindi, questa volta sono state analizzate le saldature utilizzate nei Bronzi di Riace. I risultati suggeriscono una corrispondenza tra i materiali utilizzati nelle saldature e i campioni geologici prelevati vicino alla foce del fiume Anapo, a sud di Siracusa.

A portare avanti la ricerca sono stati Anselmo Madeddu, medico ed esperto di antica Grecia, e Rosolino Cirrincione, direttore del Dipartimento di Scienze biologiche geologiche e ambientali dell’Università di Catania. I due esperti hanno lavorato insieme a un team composto da professionisti dell’Università di Catania e dell’Università di Ferrara. L’equipe ha esaminato con tecniche e tecnologie avanzate le caratteristiche geologiche delle saldature dei Bronzi di Riace.

Poi le ha confrontate con i materiali prelevati alla foce del fiume Anapo e così ha riscontrato una correlazione dei parametri geochimici. Il nuovo studio geochimico, quindi, confermerebbe l’origine siracusana delle statue. I Bronzi, infatti, potrebbero essere stati commissionati o almeno completati a Siracusa, una delle città più potenti e influenti della Magna Grecia.

La storia dei Bronzi di Riace

I Bronzi di Riace, conosciuti anche come “Statua A” e “Statua B”, sono stati scoperti il 16 agosto 1972 da un subacqueo al largo delle coste di Riace Marina, in Calabria. Le due statue, raffiguranti probabilmente due guerrieri o eroi, si trovavano a circa otto metri di profondità e sono state riportate in superficie con grande sforzo e cautela, data la loro straordinaria importanza storica e artistica. Secondo alcune teorie emerse nel tempo i Bronzi erano in realtà cinque, e non due, ed erano tutti biondi.

I dettagli più certi però dicono che le statue risalgono al V secolo a.C. e rappresentano un eccezionale esempio di scultura greca in bronzo. Da quando sono state ritrovate, i Bronzi di Riace hanno sollevato numerose domande sulla loro origine, la loro funzione e il loro destino prima di finire nelle acque calabresi. Alcuni studiosi hanno ipotizzato che le statue facessero parte di un carico navale diretto verso Roma e naufragato lungo la costa italiana, mentre altri hanno suggerito che queste fossero state nascoste volontariamente.

I Bronzi sono sempre stati considerati come un’opera di grande fascino tanto che Vittorio Sgarbi aveva anche ipotizzato uno scambio tra i Bronzi e la Gioconda. Secondo l’esperto e critico d’arte, infatti, per promuovere la Calabria si potrebbero organizzare dei tour dei Bronzi di Riace. Questi potrebbero essere “prestati” per alcuni mesi ai più importanti musei come il Louvre di Parigi o il Metropolitan di New York.