L'Appia "perduta": si ricerca il primo miglio della Regina Viarum
A Roma è stato aperto uno scavo archeologico per ritrovare il "Primo Miglio" della Via Appia, la strada che collegava la capitale a Brindisi
A Roma, proprio davanti alle famose Terme di Caracalla è stato avviato dalla Soprintendenza Speciale della città un importante scavo scientifico per identificare il cosiddetto Primo Miglio della Via Appia. L’obiettivo è quello di meglio definire la topografia e la planimetria di questa zona che era una delle più trafficate già al tempo dei romani.
Alla ricerca del Primo Miglio dell’Appia Regina Viarum
La Via Appia è una strada di origini romane costruita verso la fine del IV secolo a.C. per collegare la capitale al sud Italia e favorire lo spostamento di merci e persone. La sua costruzione ha avuto una grande influenza non solo militare e culturale ma anche economica e per questo è stata definita come “Appia Regina Viarum”, ovvero Appia Regina delle Vie. In questi ultimi anni la Soprintendenza Speciale di Roma grazie a fondi europei del Cipe e ad una collaborazione con l’Università Roma 3 ha svolto ricerche e lavori di scavo per capire dove sia posizionato il “Primo Miglio” della Via Appia.
La prima parte di quest’importante arteria stradale romana, infatti, è stato sepolto dalle successive costruzioni e dallo sviluppo della città. Tra i primi rinvenimenti della zona possiamo annoverare oltre ad alcune tabernae anche una strada del X secolo e vari oggetti come incisioni, anfore, anelli e monete.
Daniele Manacorda, professore dell’Università Roma 3, intervistato da Askanews ha spiegato: “Il suo primo miglio, che è tanto importante quanto gli altri, è stato inghiottito nel paesaggio della città moderna e noi cerchiamo di riportare l’attenzione su quello che è sepolto e su quello che si affaccia sul sepolto”.
Si stima che la pavimentazione stradale più antica costituita da basoli sia posizionata a più di otto metri di profondità, ma i lavori sono ora rallentati a causa di una falda d’acqua. All’incirca a quattro metri di profondità, infatti, è presente una risalita d’acqua che rende difficile proseguire dato che bisogna continuamente asciugare l’area coinvolta. Ad intensificare ancora di più il mistero c’è anche la presenza dei resti della Via Nova severiana costruita attorno al III Secolo d.C. dalla dinastia dei Severi per raggiungere le Terme di Caracalla. Agli studiosi non è ancora chiaro se questa strada costruita molti secoli dopo l’Appia fosse una complanare per il deflusso o se si sovrapponesse all’Appia.
L’ Appia Regina Viarum, candidata a Patrimonio UNESCO
“L’Appia Regina Viarum” è una strada consolare voluta dal censore Appio Claudio Cieco tra la fine del IV secolo a.C. e l’inizio del III secolo a.C. per collegare la capitale dell’impero romano con il sud. In particolare, è stato di notevole importanza il collegamento con il porto di Brundisium che era considerato tra i più importanti dell’Italia antica. Da qui, infatti, partivano le rotte commerciali per la Grecia e l’Oriente. Per la sua rilevanza è considerata la regina delle vie tanto che nei secoli dopo la sua costruzione è stata ristrutturata ma anche ampliata da molti altri imperatori come Augusto, Vespasiano, Traiano e Adriano.
Alcune sue parti sono ancora oggi visibili grazie anche all’istituzione del Parco Regionale dell’Appia Antica e a progetti come “il Cammino dell’Appia” che ha l’obiettivo di far conoscere i tratti percorribili a piedi.
Data la sua enorme importanza il Ministero della Cultura grazie alla collaborazione con quattro regioni italiane (Lazio, Campania, Basilicata e Puglia) ha candidato la Via Appia a diventare un bene Patrimonio Mondiale Unesco. Se la candidatura venisse accettata questo diventerebbe il 59° sito italiano dichiarato bene UNESCO.
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