A Milano, nasce il museo di street art in realtà aumentata
A Milano, i quartieri periferici entrano a far parte di un museo a cielo aperto: è il MAUA, ed è dedicato alla street art. Ma in versione aumentata.
Gli appassionati d’arte – soprattutto di street art – hanno di che gioire: domenica 17 dicembre, a Milano, è stato inaugurato il MAUA. Dove MAUA sta per Museo di Arte Urbana Aumentata. Perché è proprio questa, la sua principale caratterizzazione: al MAUA, l’arte assume una concezione del tutto nuova. Si lascia vedere, e si fa vivere: qui le opere sono a cielo aperto, come è proprio della street art. Disegnano le pareti, per raggiungere smartphone e tablet attraverso la realtà aumentata.
Ad essere interessate sono le periferie di Milano, quelle zone marginali e poco conosciute che l’arte urbana mira a far scoprire: Giambellino-Lorenteggio, Adriano-Padova-Rizzoli, Corvetto-Chiaravalle-Porto di Mare, Niguarda-Bovisa e QT8-Gallaratese. Le opere fotografate sono 218, gli autori coinvolti 200 e i murales in realtà aumentata 50. Sono proprio i murales, il punto di partenza: si sceglie uno degli itinerari culturali e, arrivati sul posto, si inquadra l’opera con il proprio smartphone. Questa ne genera una nuova, e si trasforma in un lavoro di digital art creato ad hoc mediante l’impiego di tecnologie in realtà aumentata. Per vivere appieno il museo, e per vedere i murales che prendono vita, è sufficiente scaricare l’apposita App Bepart.
È parte, il MAUA, del progetto “Milano città aumentata”, tra i 14 vincitori del “Bando alle periferie” promosso dal Comune di Milano per valorizzare i quartieri lontani dal centro cittadino. Ed è stato realizzato da Bepart, BASE Milano, Avanzi – Sostenibilità per azioni, Terre di mezzo, scuola CFB Bauer, PUSH e la Fondazione Arrigo e Pia Pini. Gli stessi abitanti dei quartieri, sono stati coinvolti: tra settembre e ottobre, hanno partecipato alla creazione della più grande mappatura della street art milanese. Studenti, associazioni e semplici cittadini sono stati chiamati a fotografare le opere più rappresentative della propria zona, poi analizzate da alunni e professori della scuola CFB Bauer. A trasformare i 50 murales selezionati in altrettante opere di digital art ci hanno invece pensato 50 giovani animation designer durante un workshop a BASE. Per chi non avesse la possibilità di spostarsi tra i quartieri, il museo lo si potrà vivere anche attraverso il catalogo cartaceo, edito da Terre di mezzo: anche inquadrando le sue pagine, le opere prendono vita. Perché, quello disegnato a Milano, è il futuro del concetto di museo.
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