Vigne metropolitane. Ecco dove si trovano i grappoli d'uva che resistono tra le case di città
Grappoli d'uva nei centri storici, vigneti metropolitani che resistono all'urbanizzazione. Ecco le vigne di città più importanti d'Italia
Può sembrare un controsenso, quasi una contraddizione in termini, ma rimane viva in tutta Italia la tendenza a curare vigneti metropolitani, incastonati nel tessuto urbano, a pochi passi dai centri storici delle città italiane, non molto distanti dal caos cittadino. Non solo grappoli d’uva cresciuti tra le colline incontaminate che degradano sui dolci pendii dei territori immacolati dell’entroterra, esistono acini che crescono nel cuore della città.
I filari eroici, che resistono tra palazzi e arterie trafficate di città non sono tante, troppo forte è stato nel tempo l’abbraccio famelico del cemento, eppure lungo l’arco della penisola esistono oasi virtuose dove si effettua una vinificazione cittadina, una vera rarità che suscita la curiosità di chi apprezza la produzione di vini rari, particolari, frutto di una dedizione che travalica le difficoltà, anche quelle più opprimenti e schiaccianti.
A Torino, ad esempio, esiste una vigna che ha resistito strenuamente alle lusinghe dell’urbanizzazione. La sua storia affonda radici nel XVII secolo, quando Anna d’Orleans, nobile donna francese, sposò Vittorio Amedeo II di Savoia. Il suo desiderio era proprio quello di avere vicino la propria dimora una vigna che ancora oggi porta il suo nome. I grappoli che crescono rigogliosi sono oggi affidati alle cure della cantina Balbiano che raccoglie, tra settembre e ottobre acini prodotti dalla Freisa di Chieri, commercializzata per la prima volta tra il 2009 e il 2010.
Anche la città di Brescia custodisce all’interno delle mura che racchiudono la città vecchia diversi ettari di terreno coltivato a vite. Prime testimonianze di vinificazione risalgono al 1400 e fanno di questa particolare vigna bresciana una delle più antiche d’Italia.
Ben custodite nell’intricato tessuto urbano della città di Partenope, Napoli può vantare all’interno del proprio territorio diverse decine di ettari di terreno coltivato a vite. Le stime,parlano di almeno 200 ettari dove crescono acini d’uva baciati dal sole che fa capolino dalle alture del Vesuvio. Dalle colline di Posillipo fino alla periferia della città, le vigne sono tantissime e fanno di Napoli una delle città con maggiore concentrazione di grappoli d’uva, un vero e proprio vigneto urbano.
Presenze di fruttuosi vigneti vanno segnalate anche nella capitale. Tra le mura del convento di Trinità dei Monti c’è un antico vigneto, proprio nel cuore della città eterna. Anche a Venezia, nelle sue numerose isole e in alcuni cortili dei palazzi più belli della Serenissima, non mancano filari d’uva da cui si ricava pregevole vino. Da ricordare le vigne di San Michele, ma anche altri vigneti della Giudecca e dell’isola delle Vignole.
Lanciando lo sguardo verso il panorama che abbraccia la bella città medievale di Siena non è affatto difficile scovare ampi filari, tipici della vegetazione toscana. Più difficile individuare le vigne presenti all’interno delle mura cittadina, eppure non sono poche, anche se principalmente destinate all’autoconsumo. Qui è possibile persino ammirare alcune rare viti a piede franco, non innestate su viti americane, come fu necessario fare dopo che la temibile filossera distrusse buona parte delle vecchie viti presenti nel Mediterraneo.
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