Una nuova scoperta alla Valle dei Templi riscrive la Storia
Una scoperta effettuata alla Valle dei Templi di Agrigento potrebbe stravolgere la storia: cosa è stato scoperto nel Parco Archeologico siciliano
Una nuova scoperta realizzata nel Parco Archeologico dei Templi promette di riscrivere la Storia, stravolgendo le convinzioni giunte fino ai giorni nostri. Dallo scavo vicino al tempio D nella Valle dei Templi di Agrigento è emersa una testina di terracotta della dea Atena elmata. Il ritrovamento è avvenuto nel corso della terza campagna di scavo con il Laboratorio Saet dell’équipe di ricerca della Scuola Normale Superiore di Pisa.
Perché la scoperta alla Valle dei Templi può riscrivere la Storia
Secondo il parere degli esperti, la testina di terracotta della dea Atena elmata ritrovata alla Valle dei Templi permetterebbe di attribuire il culto del tempio ad Atena e non a Hera, come invece era avvenuto fino a ora.
Gli archeologi, come riporta il ‘Corriere della Sera’, hanno spiegato a questo proposito: “Il saggio di scavo aperto nell’angolo sudorientale del tempio D nella Valle dei Templi, finora attribuito alla dea greca Hera (Giunone per i romani), restituendo la prima testa fittile di Atena elmata, databile tra la fine del VI e gli inizi del V secolo a.C., e un braccio con l’egida e il pugno stretto in atteggiamento di attacco (un esemplare unico nel panorama delle rappresentazioni della dea ad Akragas) fa intravedere un nuovo tassello nello scenario religioso della città in età arcaica e classica”.
Rinascita delle colonne del Tempio G di Selinunte: il progetto
Bisogna spostarsi di pochi chilometri, da Agrigento a Trapani, per un altro importante progetto di cui ora sono noti i dettagli: è quello che riguarda la rinascita delle colonne del Tempio G di Selinunte.
La genesi del Tempio G di Selinunte risale al V secolo a.C.. La sua costruzione durò diversi decenni e gli elementi non furono mai rifiniti, sebbene la sua struttura architettonica era completa. Era enorme e maestoso: lungo 109 metri e largo 50, raggiungeva i 30 metri di altezza, con ogni colonna alta più di 16 metri.
L’investimento necessario per il restauro del Tempio G di Selinunte è pari a 5 milioni di euro. Il progetto, che unirà innovazione culturale e hi-tech, vede la collaborazione di archeologi del calibro di Valerio Massimo Manfredi, di Oscar Mei (professore di Archeologia classica presso l’Università di Urbino, presidente del Centro studi vitruviani), Claudio Parisi Presicce (attuale soprintendente dei Beni culturali di Roma Capitale e componente di numerose missioni archeologiche italiane e internazionali). Si prevedono, inoltre, collaborazioni anche con le università siciliane.
Le indagini preliminari e le scansioni tridimensionali del Tempio G, che consentono di ricostruire virtualmente l’identikit del monumento, sono già in corso. Sono previste anche indagini archivistiche, bibliografiche, iconografiche, rilievo fotogrammetrico e laser scanner 3D, oltre alla mappatura dei materiali con cui il tempio venne costruito.
Man mano che diventerà sempre più concreto, il progetto sarà visibile a tutti, dagli studiosi ai visitatori: si tratterà, infatti, di un cantiere “parlante”, del quale sarà possibile seguire tutte le varie fasi. È previsto un angolo multimediale e, attraverso un filmato, verrà proiettata la ricostruzione virtuale del Tempio G di Selinunte, arricchita da un fumetto in cui saranno spiegate le tecniche di costruzione dei monumenti classici.
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