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Rieti chiama gli smart workers: soldi per trasferirsi in città

Il Comune di Rieti ha approvato un progetto che prevede incentivi riservati a chi decide di trasferirsi in città per lavorare in smart working

Rieti a caccia di smart workers

La città di Rieti è a caccia di smart workers: il Comune ha approvato un progetto che prevede incentivi riservati a tutti coloro che decidono di trasferirsi per lavorare da remoto.

A causa dell’emergenza Coronavirus, il fenomeno dello smart working è diventato di attualità in tutto il Paese: di conseguenza, tante città italiane hanno deciso di studiare nuove formule per attrarre nuovi abitanti.

Rieti Smart Village: l’iniziativa rivolta a chi lavora da remoto

L’iniziativa approvata dall’amministrazione comunale si chiama “Rieti Smart Village” e prevede facilitazioni e incentivi per l’affitto a chi si trasferirà in città per un periodo di tempo di almeno tre mesi. Il progetto è stato lanciato con l’obiettivo di favorire l’attrazione di presenze sul territorio cittadino in un periodo caratterizzato da tutti i disagi causati dalla pandemia di Covid-19.

Il Comune di Rieti mette a disposizione degli smart workers un voucher locazioni: si tratta di un contributo per la locazione da erogare a chi risiede per almeno tre mesi in città. L’erogazione copre le spese sostenute per la locazione di un’abitazione, fino alla concorrenza massima del 50% della spesa sostenuta per l’affitto, per un importo mensile non superiore ai 200 euro. Gli incentivi erogati coprono un periodo massimo di sei mesi, eventualmente prorogabili.

Il progetto offre la possibilità a chi effettua la propria attività lavorativa da remoto di godere di tutto quello che il territorio reatino, ricco di storia e tradizioni, ha da offrire. L’amministrazione comunale vuole creare un nuovo modello di sviluppo, mettendo a disposizione le potenzialità della cittadina del Lazio.

Quella di Rieti non è la prima iniziativa portata avanti per favorire il lavoro da remoto: diverse città e comuni hanno lanciato offerte ad hoc per lo smart working in Italia. Il comune di Castropignano in Molise, per esempio, ha approvato un regolamento che prevede di “regalare” le abitazioni abbandonate nel centro storico a chi si impegna di restaurarle.

Santa Fiora sul Monte Amiata, borgo che appartiene alla provincia di Grosseto, punta a diventare “il primo Smart Working Village d’Italia”, attraverso un bando da 30 mila euro destinato a coprire il 50% dell’affitto di chi decide di trasferire la propria residenza a Santa Fiora lavorando da remoto.