Padova, l’esame del DNA svela il mistero del Beato Bertrando
Inattesa rivelazione dall’esame del DNA: le ossa del Beato Bertrando di Fontaniva non appartengono al patrono, ma sono di due donne vissute 100 anni prima
Le reliquie del Beato Bertrando di Fontaniva sono conservate nel Duomo del piccolo comune padovano sin dal 1423, quando furono traslate dalla sepoltura originale del pellegrino tedesco.
Le reliquie del Beato sono venerate da oltre 600 anni dalla comunità cattolica di Fontaniva, di cui il Beato Bertrando è patrono. Un recentissimo studio del DNA ha però rivelato l’impensabile: le ossa all’interno dell’altare del Duomo non sono quelle del pellegrino tedesco.
La vicenda del Beato Bertrando di Fontaniva
Non si sa molto della vita del Beato Bertrando. Le testimonianze agiografiche sono piuttosto scarne, motivo per cui la Curia di Vicenza – insieme alla parrocchia ed al Comune di Fontaniva – ha autorizzato lo studio approfondito delle reliquie da parte di un team di esperti.
Il Beato Bernardo sarebbe nato nella seconda metà del XII secolo, da una nobile famiglia cristiana di Pomerania. Secondo il racconto agiografico Bertrando abbandonò tutti i suoi beni e, vestiti gli abiti da pellegrino, si incamminò verso Roma ispirato da un forte sentimento caritatevole e cristiano.
Il suo viaggio verso la città eterna fu interrotto proprio a Fontaniva: giunto a Cittadella, nei pressi della cittadina in cui fu accolto per qualche tempo, avvertì un malore e morì nel 1221.
Le spoglie del pellegrino vennero conservate in una sepoltura probabilmente di proprietà del signor Marco del fu Bartolomeo da Fontaniva, per poi essere traslate nel 1423 in un grande sarcofago di pietra che è oggi l’altare della cappella invernale del Duomo di Fontaniva.
La devozione dei fedeli era tale che il Duomo fu intitolato al Beato già nel 1262, pochi anni dopo la sua morte.
Gli esami eseguiti sulle reliquie hanno però rivelato che la cassa di legno entro cui sono riposte le ossa del Beato risale a circa 100 anni prima della morte di Bertrando, e che i resti in essa contenuti appartengono a due donne.
La scoperta: le ossa di due nobildonne
L’esame del DNA e lo studio al carbonio 14 hanno svelato che le reliquie venerate da oltre 600 anni nel Duomo di Fontaniva non soltanto sono di molto precedenti alla vicenda storica del patrono, ma appartengono a due diversi individui di sesso femminile.
Le ossa contenute nell’altare sono di due donne vissute tra il 1030 ed il 1170, e sono costituite dello scheletro intero di una donna e di parte dello scheletro di un’altra donna.
La cassa di legno entro cui furono sistemate le ossa per la traslazione del 1423 risale invece ad un’epoca compresa tra il l 1330 al 1370, quindi si crede che l’urna conservata all’interno del Duomo sia quella originale.
“La devozione per il Beato Bertrando non si ferma” dunque, come rassicura don Andrea Mazzon, parroco di Fontaniva, al Corriere del Veneto.
La datazione della cassa in legno lascia infatti intendere che le reliquie autentiche potrebbero comunque trovarsi all’interno del Duomo, forse nella tomba della famiglia Da Fontaniva.
Lo scambio con i resti delle due nobildonne medievali potrebbe essere avvenuto nel corso delle operazioni di traslazione avvenute nel Quattrocento. La scoperta, comunque, non sembra disturbare i fedeli né mettere in pericolo la vitalità di un culto che è radicato nei secoli e che costituisce parte del patrimonio culturale e popolare di Fontaniva.
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