Apre a Napoli la mensa per i poveri firmata Massimo Bottura
Inaugurata il 16 dicembre, ha aperto a Napoli allo spazio "Made for Cloister" la mensa per i poveri targata Massimo Bottura: è la quarta in Italia
Napoli ospiterà presto una mensa per i poveri targata Massimo Bottura. Lo chef italiano più famoso al mondo ha infatti tagliato il nastro, nel capoluogo campano, di una mensa sociale, nella quale i grandi chef avranno la possibilità di servire a chi ne ha più bisogno il cibo invenduto dei supermercati.
Il suo ristorante, Osteria Francescana, è stato premiato come miglior ristorante al mondo e l’idea della mensa sociale ha aggiunto prestigio allo chef italiano. Nata grazie all’iniziativa di Massimo Bottura e della moglie Lara Gilmore, con la creazione nel 2016 della Onlus “Food for Soul“, l’idea delle mense sociali ha un grande obiettivo: combattere in tutto il mondo lo spreco alimentare nell’interesse dell’inclusione sociale. Il progetto conta già 6 mense aperte sul territorio nazionale e internazionale, come il Refettorio Paris, una mensa comunitaria nel capoluogo francese, che ha aperto le porte il 15 marzo.
In Italia, Napoli è solo la quarta sul territorio nazionale: a ospitare le mense sociali di Bottura sono già Milano, Bologna e, ovviamente, Modena. Inaugurata il 16 dicembre, la mensa del capoluogo campano ha sede nell’ex lanificio borbonico di Porta Capuana, ribattezzato “Made in Cloister” e recuperato come spazio polifunzionale.
Bottura ha dichiarato con soddisfazione: “Non avrei saputo immaginare un’opera più in sintonia con il messaggio di Food for Soul. Vorrei che in tutti i refettori del mondo arrivasse una di queste statue, come simbolo della fragilità umana, e per ricordarci che noi possiamo essere la cupola che offre un riparo alla fragilità”.
Il progetto napoletano è stato seguito dallo chef emiliano insieme a Mimmo Paladino, artista che ha già firmato il portale del Refettorio Ambrosiano, inaugurato a Milano nel 2016. La mensa sociale sarà aperta tutte le domeniche: l’idea è quella di creare una tavola comunitaria, dove “non si cucinano avanzi, ma semplicemente il cibo non venduto, quegli ingredienti ordinari che si trovano nel frigo di tutti gli italiani”.
La caratteristica del progetto dei coniugi Bottura è quella di non assegnare agli emarginati spazi, cibo e cuochi di serie B. Anche i più bisognosi devono poter accedere a qualità, ambienti valorizzati ed esteticamente belli, dove anche le stoviglie utilizzate e l’arredamento vengono scelti con cura.
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