I musei italiani sono tra i più cari d'Europa: i maggiori aumenti
Dagli Uffizi al Parco Archeologico di Pompei: i siti culturali italiani hanno visto un aumento notevole nei prezzi e sono tra i più cari d'Europa
Sono mesi difficili per gli italiani, tra inflazione e rincari che colpiscono praticamente qualsiasi aspetto della vita quotidiana, dalla spesa alimentare al carburante. Anche il settore della cultura risente degli aumenti, con biglietti d’ingresso ai principali musei del nostro Paese che hanno visto un incremento notevole. Tanto che, facendo un semplice confronto con il resto d’Europa, i nostri siti culturali risultano impietosamente essere tra i più cari. Qual è il motivo che si cela dietro l’aumento delle tariffe per visitare musei e siti archeologici? E quali invece i luoghi che segnano il maggior rincaro? A rivelarcelo è un’analisi di Altroconsumo, che ha preso in considerazione le principali istituzioni italiane.
Perché aumentano i prezzi dei musei
Secondo l’indagine condotta da Altroconsumo, nell’ultimo anno i biglietti dei musei hanno subito un incremento medio del 10%. L’Italia si riconferma così uno dei Paesi europei più cari, sul fronte della cultura. Il confronto è impietoso: siamo nettamente dietro a Francia, Spagna e Germania, dove i prezzi per entrare in musei famosissimi (come il Louvre o il Prado) sono più bassi di quasi ogni sito culturale italiano. E in Gran Bretagna, addirittura, molte istituzioni sono completamente gratuite, come il British Museum o la National Gallery.
Perché ora le tariffe sono aumentate? Si tratta, in realtà, di qualcosa di molto intuitivo: i costi energetici che, nelle nostre case, hanno fatto schizzare alle stelle le bollette, impattano ancora di più in strutture enormi e spesso molto vecchie (quindi a basa efficienza) dei musei. Riscaldare e illuminare intere stanze di questi edifici ha un costo notevole. E le misure adottate per risparmiare, come abbassare le temperature o sostituire le lampadine normali con quelle a led, hanno solo in minima parte alleviato il peso economico sopportato dai musei con i rincari dell’ultimo anno.
I maggiori rincari nei musei italiani
Vediamo ora quali sono i musei italiani che hanno aumentato maggiormente i prezzi dei loro biglietti. L’analisi di Altroconsumo ha preso come riferimento le 15 principali istituzioni culturali presenti in 7 città d’Italia (Caserta, Firenze, Milano, Napoli, Roma, Torino e Venezia), verificando se le loro tariffe hanno subito un incremento o se invece sono rimaste invariate. La città che ha visto il maggio rincaro è Napoli: si parla di un aumento medio del 33% rispetto allo scorso anno. Il biglietto per il Parco Archeologico di Pompei, ad esempio, è passato da 16 a 18 euro. Mentre oggi visitare Palazzo Reale costa ben 10 euro (nel 2022 se ne spendevano solo 6).
Anche il Museo Egizio di Torino ha segnato una notevole crescita di prezzo: i 15 euro dello scorso anno sono ora diventati 18. Molto discutere ha fatto poi l’incremento della tariffa per entrare agli Uffizi, visto che si è passati da 20 a 25 euro. A Roma, si è giocato d’astuzia: i prezzi di molti musei sono rimasti invariati, ma è aumentato il costo della prevendita. È il caso dei Musei Vaticani, dove un biglietto si paga ancora 17 euro, ma la prevendita è passata da 4 a 5 euro. Stessa cosa a Castel Sant’Angelo: l’ingresso costa 15 euro, ma bisogna aggiungerne 2 per la prevendita (mentre lo scorso anno se ne pagava solo 1).
Nonostante i continui rincari, infine, ci sono istituzioni che hanno deciso di non aumentare i prezzi. Alla Reggia di Caserta si entra ancora con un biglietto da 14 euro, mentre la Pinacoteca di Brera (Milano) costa 15 euro e il Museo Archeologico del Colosseo (Roma) ha una tariffa di 16 euro.
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