Caccia alle mozzarelle di bufala più buone della Campania
La mozzarella, originaria della Campania, diventa l'elemento principe di uno dei piatti più amati d'Italia: la pizza.
La mozzarella, uno dei tanti alimenti ottenuti dalla lavorazione del latte, proviene da allevamenti bufalini attentamente selezionati.
Originaria della Campania, si presta a diversi piatti, freddi e caldi, divenendo, oltretutto, l’elemento principe di uno dei piatti più amati d’Italia: la pizza.
Secondo “Scatti di Gusto“, è possibile stilare un elenco dei più rinomati caseifici campani, testati ed apprezzati.
Non solo uomini, ma anche donne a rappresentare in Italia e nel mondo la vera mozzarella di Bufala dop. Non esiste una vera e propria collocazione geografica del formaggio a pasta filata, ma la sua espansione sul territorio è disomogenea, differenziandosi per lavorazione e sapore di provincia in provincia.
Negli ultimi anni, anche il gusto della Mozzarella di Bufala è stato soggetto all’ammodernamento del sapore e del gusto, seguendo quelli che sono i nuuovi dettami del mercato. Si prediligono, dunque, i grandi caseifici di campagna, mentre la salamoia pare essere andata “in pensione”, a favore di un gusto più neutro. Nella classifica, dunque, sono stati considerati anche questi fattori, considerando che solo la provincia campana di Caserta conta più di 200 caseifici, di cui “solo” 60 aderiscono al Consorzio di Tutela della Mozzarella di Bufala DOP.
La classifica che è stata stilata e che sarà riportata di seguito è frutto di giorni e giorni di assaggi della tradizionalissima mozzarella Aversana, un taglio di bufala da 500 grammi circa. Ogni singolo boccone è stato analizzato senza saperne l’oggettiva provenienza, in modo tale da fornire un giudizio quanto più oggettivo possibile.
La prima posizione se la aggiudica il Caseificio Farina, con ben 174 punti. Decisiva è stata l’abilità di questi produttori di “suonare l’organo”, ovvero lavorare le quattro fermentiere che determinano l’innesto della cagliata ed il sapore della Mozzarella di Bufala. La sua arte deriva direttamente dai monaci benedettini, da cui ha tratto ricette ed ispirazioni. Infatti, nel suo logo, viene riportato come un mantra la dicitura “mozza et labora”.
Il caseificio di Nonna Rosa della famiglia Serra guadagna il secondo posto con 161 punti. In questo caso, è stato il buriello, una bolla di mozzarella ripiena di panna e bocconcini, a fare la differenza, mandando nell’Olimpio dei caseari queste leggende della tradizione casertana.
Il caseificio La Reale guadagna la piazza più bassa del podio. Un latte di pregevolissima qualità e la grande delicatezza che contraddistingue il loro prodotto gli hanno permesso di fare incetta, a man bassa, dei palati femminili della giuria. Con 152 punti, il bronzo è più che meritato.
La medaglia di legno va al Caseificio Caputo, con un punteggio di 144. Questo è uno dei caseifici più industralizzati della graduatoria, e vanta tra i 5 ed i 6 quintali di latte lavorati quotidianamente.
Altrettanto mastodontica è la produzione del Mini Caseificio Costanzo, che si aggiudica il quinto posto della graduatoria, con il punteggio di 129. A discapito del nome, questa si presenta come un’azienda imponente, capace di dare lavoro a 43 dipendenti tutto l’anno e che vanta una mandria da 600 bufale. La produzione ha permesso al Caseificio Costanzo di diversificare la propria produzione, arrivando ad aprire perfino uno Show Room ad Aversa, con annesso ristorante.
Nella classifica, a seguire, vi è il Caseificio Agnena al sesto posto, ad appena un punto di distacco dal Caseificio Costanzo. Il settimo posto dista nuovamente un punto, ed è occupato dalle Fattorie Garofalo. Con 122 punti si classifica ottava La Regina dei Mazzoni. Nuovamente, ad un punto di distanza, si piazza il caseificio la Fenice, nona. L’ultimo posto in graduatoria è riservato a La Baronia, il quale ha totalizzato “appena” 109 punti.
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