Le strade panoramiche più belle d'Italia
Tra litoranee e percorsi tra i monti, ecco dove trovare le strade panoramiche più belle d'Italia, da percorrere in auto o in moto
Dalla Calabria all’Abruzzo, attraversando l’Italia all’altezza del Gran Sasso e della Majella, sul Gargano o costeggiando l’Adriatico, vi proponiamo alcune delle strade panoramiche più piacevoli da percorrere.
Da Pescara a Roma
Taglia esattamente a metà la penisola la strada che da Pescara arriva a Roma: poco più di 200 chilometri che si addentrano nella Valle Peligna a ovest della Majella e del Morrone e svettano tra le Gole di Popoli, estremità nord della Conca Peligna percorsa nel profondo dai fiumi Tirino e Pescara.
La zona, ritenuta la chiave dei tre Abruzzi per la posizione centrale rispetto alle valli del Pescara, dell’Aterno e del Sagittario, in passato dava a chi ne aveva il controllo il potere di chiudere l’accesso tra il Tirreno e l’Adriatico attraverso tre province d’Abruzzo.
Statale e autostrada passano sui confini dei parchi Nazionali della Majella e del Gran Sasso, che declina le sue cime a ridosso delle Gole, e dei Parchi del Sirente e del Monte Velino. Prima di arrivare a Roma si avvista il borgo di Tagliacozzo, uno dei più belli d’Italia, e quello di Pietrasecca, arroccato su uno spuntone roccioso. Il periodo migliore, con un po’ di coraggio, per percorrere questa via, è l’inverno, quando è la suggestione della neve a rendere questi luoghi senza tempo e irraggiungibili.
L’Adriatica che costeggia il Friuli Venezia Giulia
La riviera adriatica del Friuli Venezia Giulia non è tra gli itinerari più famosi ma gli scogli carsici, le distese di sabbia dorata, i castelli e i lunghi rettilinei offrono un panorama rilassante. Partendo da Grado ci si lascia alle spalle la lingua di sabbia che separa il mare dalla Laguna con i suoi caratteristici casoni di paglia.
Si corre verso la foce del Timavo, considerato il fiume più corto della penisola che sfoci in mare, arrivando così alla riserva naturale delle Falesie di Duino, le sue scogliere a strapiombo sul mare sono sormontate dal sentiero panoramico intitolato al poeta Rilke, che nel 1912 trascorse alcuni mesi in questi luoghi.
Effettivamente la veduta dal suo sentiero induce pensieri lirici. Non doveva pensarla così però la moglie di uno dei proprietari del castello di Duino, il Thurn und Taxis italianizzato Torre e Tasso, dove peraltro Rilke fu ospite durante il suo soggiorno: si suicidò gettandosi dalla scogliera e leggenda vuole fosse trasformata in roccia, lo scoglio che ancora oggi emerge dal mare sottostante il castello.
La strada prosegue verso Trieste ed è espressione del territorio carsico e ultima presenza a settentrione di macchia mediterranea. Non riserva grandi sorprese se non il bianco del castello di Miramare dimora degli sfortunati sovrani Carlotta e Massimiliano d’Asburgo. Il Vallone di Muggia, a finire, è l’ultimo Golfo in territorio italiano.
La provinciale del Gargano
Il Gargano è attraversato dalla provinciale che parte da Lesina e circonda il promontorio fino a Manfredonia, costeggiando i laghi di Lesina e Varano, andando incontro alle roccaforti di Rodi e Peschici, scoprendo trabucchi costieri e penetrando a tratti la Foresta Umbra.
All’imbrunire oltre una curva, è facile assistere al tramonto della luna, rossa e gigante, e se l’aria è limpida le isole Tremiti si avvistano già da Lesina. A Vieste la strada ritorna a picco sul mare, sui faraglioni e sulle grotte, sulla roccia carsica e le sue erosioni millenarie. Falesie bianche come le facciate delle case e un lungo rettilineo di fianco al mare ma poi di nuovo roccia, curve e faraglioni.
Muretti a secco dopo la conca di Mattinata e il golfo di Manfredonia è un respiro di sollievo. Per poco, se si vuole raggiungere San Giovanni Rotondo in cima all’altipiano. Un breve rettilineo e poi tornanti e curve a gomito, per una vista spettacolare sul Tavoliere di Puglia spinta fino al subappennino Dauno a ovest e il Golfo a sud.
Il percorso dell’Appennino Matese
Parte da Benevento e arriva a Isernia, passando per Morcone, il paese scavato come un ventaglio sul dorso del crinale dell’appennino Matese e che ospita il convento dove Padre Pio fece il suo noviziato.
Un susseguirsi di discese e salite, morbide curve a disegnare le vallate che attraversano campi dalle geometrie pittoriche. Si insinuano repentine tra pinnacoli e dirupi, con a lato imponente l’ombra silenziosa del crinale della Majella. Paesi disabitati e rovine di epoche passate, chiese campestri e case inerpicarte su spuntoni di roccia, santuari sontuosi che sbucano all’improvviso dal folto dei boschi. La valle si alterna alla collina in un movimento armonioso e unico che unisce i luoghi dell’antico Sannio.
La costa siciliana orientale
Un tratto affascinante che permette di apprezzare la costa siciliana in tutto il suo fascino: la punta orientale della trinacria si protende nel mar Tirreno verso la costa calabra e a tutte le ore del giorno incanta. All’alba, se le condizioni lo permettono, la Fata Morgana offre un fenomeno unico al mondo.
Durante il giorno con una visibilità ottimale si può vedere oltre la cima dell’Etna e tutte le isole Eolie dietro le quali tramonta il sole. Di fronte, la punta di Capo Peloro, con al centro l’occhio azzurro del lago di Ganzirri, da cui si staglia contro il cielo come un gigante il Pilone.
E la notte… la costa siciliana orientale diventa un merletto di luci. La litoranea, con le sue curve e i tornanti di Bagnara Calabra e Scilla offre in più punti la prospettiva giusta per godere a fondo dello spettacolo. Il massimo sarebbe l’autostrada Salerno-Reggio se in questo tratto non fosse interrotto dalle continue gallerie ma, dal viadotto Sfalassà, il terzo del suo genere in Europa, si gode davvero di una vista mozzafiato.
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