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Eccellenze

La magia della cartapesta di Lecce trasforma materiali poveri in arte

Storia di un amalgama di materiali umili che nelle sapienti e fantasiose mani degli ultimi cartapestai di Lecce diventa unico e prezioso

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Fiore di Puglia, signora del barocco, capitale italiana della cultura nel 2015. Lecce, la perla del Salento, è conosciuta per il suo bellissimo mare, la struggente bellezza delle architetture, ma anche per la lavorazione della cartapesta, materiale povero divenuto nel tempo elemento imprescindibile per una nuova forma d’arte, che parte dalla semplicità per elaborare composizioni complesse e piene di bellezza.

La realizzazione di manufatti di cartapesta affonda radici lontano nel tempo, a cavallo tra il XVII e XVIII secolo. Un periodo molto vivace dal punto di vista artistico che vide la costruzione, in poco tempo, di numerose chiese e monumenti. Gli artigiani di Lecce, ben conosciuti per la propria bravura, erano subissati di richieste, soprattutto di statue che raffigurassero immagini sacre, in un momento di grave crisi per la Chiesa Cattolica fortemente minacciata dall’eresia luterana. Statue della Madonna, del bambin Gesù e dei vari santi erano molto richieste ma allo stesso tempo scarseggiavano materie prime pregiate per realizzare soggetti così delicati e degni di essere raffigurati con tutti gli onori.

Gli artigiani leccesi, forse ispirati dalla tradizione napoletana, cominciarono così a utilizzare materiali poveri che però, amalgamati con estro, passione e dedizione, riuscivano a restituire risultati davvero sorprendenti, difficilmente distinguibili dalle opere realizzate con materiali pregiati.

Il Barocco poi, caratterizzato da un’arte carica di decorazioni, finalizzata a impressionare i fedeli, diede notevoli impulsi creativi agli artisti che attraverso l’uso di stracci, colla e gesso riuscivano a riprodurre motivi decorativi complessi, carichi di fascino e forti dell’illusione di tramutare carta, paglia e pietre in risultati degni di opere pregiate realizzate in marmo, bronzo o qualsiasi altro materiale di pregio.

Cartapesta di Claudio Riso

Dal 2009, le testimonianze delle opere realizzate nel corso dei secoli e le tecniche utilizzate per realizzare questi eccezionali capolavori sono raccolti presso il Museo della Cartapesta di Lecce dove, attraverso video, immagini e la ricostruzione fedele delle antiche botteghe che hanno visto la nascita di eccezionali opere che ancora decorano chiese e abitazioni, è possibile scoprire le tecniche di lavorazione e gli strumenti utilizzati per modellare le statue di cartapesta. Le opere custodite presso il Castello Carlo V sono decine e ricordano la bravura di artigiani eccezionali. Oggi gli eredi di questa arte si contano sulle dita della mano, ma nel cuore pulsante di Lecce è possibile ancora ammirare cartapestai all’opera creare nuove opere e rimettere a nuovo antichi manufatti rovinati dal passare del tempo.

Fasci di paglia e giri di spago danno volume agli scheletri di ferro filato, la creta dà forma alle articolazioni. Le figure poi vengono vestite da strati di fogli di carta, tenuti assieme da colla di farina. Allume e solfato di rame proteggono i materiali facilmente deperibili da muffa e insetti. La “ponnula”, scultura grezza che già dà l’idea della scultura terminata, viene poi esposta al sole. Cucchiai arroventati, maneggiati con maestria, modellano le forme. Segue poi la gessatura, la stuccatura e la colorazione ad olio attraverso antichissimi procedimenti. Ad ogni fase le materie prime, dal costo irrisorio,  si amalgamo e materializzano l’ opera d’arte, frutto della tradizione e della bravura dei cartapestai, testimonianza storica di un’arte piena di fascino.

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