I migliori ristoranti? Per Forbes sono in Emilia Romagna
Il critico culinario della celebre rivista statunitense, di ritorno dal suo viaggio in Italia, non ha dubbi: la più alta gastronomia è in Emilia Romagna
Andando oltre la cieca passione degli statunitensi, che negli ultimi anni hanno rivolto il loro amore incondizionato solo nei confronti della Toscana, il critico gastronomico della rivista Forbes David Rosengarten, non ha avuto dubbi: l’Emilia Romagna è la regione italiana al top della ristorazione.
Di ritorno dal suo viaggio in Italia, il giornalista ha stilato la sua personale classifica dei migliori ristoranti italiani e ha spiegato i motivi della sua difficile scelta: l’Emilia Romagna è patria di un gran numero di prodotti di prima qualità, dal prosciutto di Parma al Parmigiano Reggiano, ai tortellini.
A questa eccezionale selezione di prodotti di qualità si unisce la tradizione per una cucina ricca di sapori senza essere mai sopra le righe. Ciò che soprattutto ha colpito il critico è il legame profondo degli chef con la cucina delle origini, tale che anche nei menù di ristoranti stellati non manca mai un piatto di tagliatelle con il ragù come li preparava mia nonna.
Partendo da ovest, il viaggio di Rosengarten ha attraversato tutta la regione, da Piacenza a Bologna. Lungo la strada, il critico ha descritto i migliori ristoranti della zona. Il primo della lista era il preferito del grande Luciano Pavarotti, che ne era ospite fisso fin dalla sua apertura nel 1992, al punto che ancora oggi è possibile pranzare al tavolo del grande tenore: si tratta dell’Europa 92, in località Stradello Nava vicino a Modena.
La specialità della casa è lo stracchino con le patate, un piatto che caratterizza il locale da sempre. Dopo un ricco menù di primi e secondi della tradizione, merita una menzione la torta al mascarpone, una chicca del ristorante, da gustare insieme alla torta al caffè e cioccolato, il dolce più famoso della zona del modenese.
L’esperienza gastronomica continua con Il Cappero alle Mura, nel caratteristico borgo di Castelvetro di Modena, un ristorante di cucina creativa dove i piatti della tradizione sono reinterpretati con rispetto e fantasia. Tra tutti, spiccano il sartù di riso nero con cuore di Parmigiano Reggiano stagionato 24 mesi e servito su un letto di crema di zucca, e il cappelletto da prete, un triangolo di carne suina ripieno di trito di maiale e accompagnato da patate di Montese.
Sempre a Castelvetro di Modena si trova un’altra cucina da provare, quella del ristorante Zoello, dal clima caldo e accogliente che ricorda i pranzi domenicali in famiglia. Immancabile l’assaggio iniziale dello gnocco fritto, un piatto tipico della tradizione emiliana che ha forme e dimensioni diverse a seconda delle province – Piacenza, Reggio Emilia, Modena oppure Bologna – e che qui è rigorosamente rettangolare. Altrettanto tradizionali sono i tortellini in brodo, i migliori tra i tanti altri assaggiati in Emilia Romagna dal critico gastronomico.
Questo viaggio all’interno dei sapori e della buona cucina prosegue in provincia di Bologna, a Monteveglio, frazione del comune di Valsamoggia. Qui si trova la Trattoria dei Mugnai, il cui orgoglio sono gli enormi porcini freschi che si raccolgono nei boschi circostanti, cucinati con arte insieme alle tagliatelle e al Parmigiano Reggiano. Da non perdere la specialità della casa, la guancia di vitello brasata nel vino bianco, da accompagnare con un’insalata condita con sottilissime fette di guanciale fritto.
Da Ponterosso, invece, non c’è menù. La cucina creativa è affidata allo chef Massimo Ratti, che si prende personalmente cura dei clienti del ristorante. Così è possibile spaziare, all’interno di un solo piatto, dalla tradizione regionale alla rielaborazione moderna e personale del piatto: accanto ai tortellini in brodo, per esempio, si possono gustare i tortellini in salsa di fragole e polvere di caffè; assieme alla classica cotoletta alla bolognese si può assaggiare una succulenta bistecca con salsa ai frutti di bosco.
Un discorso a parte meritano il vino, che ovviamente ha accompagnato David Rosengarten in questo viaggio culinario nel cuore dell’Emilia Romagna. Padrone incontrastato delle tavole emiliane è il Lambrusco. Tuttavia è bene sapere che questa etichetta identifica genericamente oltre sessanta tipi diversi di uve.
Secondo il critico del Forbes, ecco quali sono le tre migliori qualità di Lambrusco: il Lambrusco Grasparossa di Castelvetro, il Lambrusco Salamino e il Lambrusco di Sorbara.
In breve, il critico del Forbes ha comunque sottolineato come Italia, tutte le regioni siano caratterizzate da una vasta offerta di prodotti locali di prima scelta e da una ricca cucina. Ma proprio per questo nostro diffuso amore per la buona tavola e per i sapori della tradizione, spesso accade che lo standard del buono diventi normale.
L’Emilia Romagna si è guadagnata la corona di tesoro gastronomico d’Italia perché i suoi chef sono riusciti a valorizzare le caratteristiche della cucina tradizionale.
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