Autostrade, rincaro del prezzo del pedaggio: protestano 2 Regioni
Dal primo luglio 2022 scatta l'aumento del pedaggio per due autostrade italiane: i rincari arrivano sino a 800 euro l'anno, scattano le proteste
Sindaci, associazioni e pendolari di Lazio e Abruzzo sul piede di guerra per l’aumento dei pedaggi delle autostrade A24 (Roma-Teramo) e A25 (Torano- Pescara).
A partire dal primo luglio è infatti previsto un aumento del 34% per le tratte autostradali che collegano le due regioni, e sabato 23 aprile ai caselli di Castel Madama, Vicovaro-Mandela, Carsoli, Magliano dei Marsi, Avezzano, Celano, Pescina, Cocullo, Sulmona-Pratola Peligna, Colledara-San Gabriele, Tornimparte e Valle del Salto è andata in scena una protesta bipartisan che ha coinvolto primi cittadini, amministratori e rappresentanti di associazioni preoccupati per l’impennata dei costi. Che in media, a famiglia, potrebbero arrivare a 800 euro in più all’anno soltanto per raggiungere il posto di lavoro.
Aumento pedaggi A24 e A25, una battaglia che dura da anni
La battaglia contro i rincari autostradali si disputa ormai da quattro anni, e la richiesta al governo è quella di adottare provvedimenti finalizzati ad attenuare una pressione economica insostenibile per le tasche dei pendolari che quotidianamente si spostano lungo le due importantissime arterie autostradali. Cento sindaci e 51 parlamentari, dal Pd a Fratelli d’Italia, si sono uniti in un comitato, e aspettano di incontrare il presidente del Consiglio Mario Draghi per un confronto. L’obiettivo non è soltanto quello di bloccare l’aumento delle tariffe, che come detto scatterà il primo luglio, ma anche far ripartire i lavori di messa in sicurezza.
A dicembre Strada dei Parchi, il concessionario che ha in gestione A24 e A25, aveva deliberato la sospensione dell’aumento dei pedaggi prevista per il primo gennaio 2022, spostando l’entrata in vigore dei rincari al primo luglio nella speranza che nel frattempo venisse approvato il Pef (Piano Economico Finanziario), con conseguente erogazione dei fondi necessari per gli interventi di messa in sicurezza. A oggi però, come aveva spiegato il concessionario, la situazione è rimasta invariata.
“La mancata approvazione del Piano Economico Finanziario non si ripercuote soltanto sull’aumento delle tariffe, a tutto svantaggio dell’utenza, con ovvie ricadute sui volumi di traffico e sul turismo dei territori attraversati – aveva detto a inizio aprile Strada dei Parchi – ma ha conseguenze drammatiche sulla sicurezza: il blocco della messa in sicurezza antisismica dei viadotti dichiarata urgente dal Parlamento da ben 10 anni, e il mancato finanziamento delle nuove recinzioni disegnate con il Pnalm per la salvaguardia della ricca fauna locale mettono ripetutamente a rischio la sicurezza dei nostri clienti. Malgrado i continui rinvii e le promesse non mantenute, Strada dei Parchi ha avviato comunque la messa in sicurezza dei viadotti nel tratto più vicino al cratere dell’Aquila, riuscendo a reperire i fondi necessari a questo primo intervento, ma senza garanzie per il futuro sulla possibilità di estenderla all’intero tracciato”.
Caro pedaggi autostradali, due manifestazioni a maggio
Il conto alla rovescia verso i rincari ha spinto amministratori, pendolari e autotrasportatori a scendere – letteralmente – in strada per chiedere che il governo agisca prima del primo luglio, giorno in cui scatteranno i rincari. E la manifestazione del 23 aprile è stata l’occasione per ribadire la posizione nettamente contraria.
“È una situazione insostenibile – ha detto in una nota Luisa Piacentini, delegata Anci Lazio e consigliera del Comune di Marano Equo – i territori subiscono sia direttamente che indirettamente il peso di questi aumenti: da una parte i pendolari sborsano migliaia di euro l’anno, dall’altra queste aree, già devastate dallo spopolamento, perdono altri abitanti che scelgono di cambiare casa pur di non dover pagare pedaggi fuori da ogni logica”.
Un’altra manifestazione è prevista per il 7 maggio a Roma, davanti al Parlamento, proprio per chiedere risposte in merito all’approvazione del Piano economico e finanziario da parte del governo, mentre sabato 21 maggio i sindaci e le associazioni torneranno di nuovo ai caselli autostradali.
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