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L'Abruzzo non vuole dare la sua acqua alla Puglia: il caso

Acquedotto Pugliese ha presentato un progetto per la captazione dell'acqua del fiume abruzzese Tirino, convogliandola fuori regione: esplode il caso

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Giulia Sbaffi

Giulia Sbaffi

Web content writer

Web content writer appassionata di belle storie e di viaggi, scrive da quando ne ha memoria. Curiosa per natura, le piace tenersi informata su ciò che accade intorno a lei.

Acqua

L’acqua abruzzese potrebbe rifornire gli acquedotti della Puglia, per sopperire almeno in parte alla grave crisi idrica che ha colpito la regione negli ultimi mesi. Peccato che anche in Abruzzo ci siano problemi con gli approvvigionamenti, ed è per questo che la proposta – arrivata proprio a seguito di uno studio condotto da Acquedotto Pugliese – ha scaldato gli animi. Tanto che l’amministrazione regionale si è palesemente dichiarata contraria.

Il progetto di trasferire l’acqua abruzzese

Sebbene non sia propriamente una novità (già nei primissimi anni 2000 era stata lanciata la proposta di “vendere” l’acqua abruzzese alla Puglia, cosa che aveva suscitato una sollevazione popolare), finora non se ne è mai fatto nulla. Il nuovo progetto sviluppato da Acquedotto Pugliese ha suscitato ancora una volta la polemica, spingendo la politica locale a schierarsi apertamente contro il trasferimento in Puglia dell’acqua proveniente dalle sorgenti del Tirino, situate in territorio d’Abruzzo.

La proposta, così controversa, è stata lanciata a seguito di una ricerca commissionata da Acquedotto Pugliese e condotta dal Politecnico di Bari e dall’Università D’Annunzio di Chieti-Pescara. L’obiettivo è quello di rifornire gli acquedotti della Puglia in un momento di difficoltà, come quello che stiamo vivendo in gran parte d’Italia a causa della siccità. Ma l’Abruzzo non ci sta, perché la captazione dell’acqua del fiume Tirino comporterebbe gravi problemi all’intera regione.

Secondo quanto rivelato dallo studio in questione, l’acquedotto “potrebbe captare fino a 4-5mila litri di acqua al secondo dalla sorgente Basso Tirino, per poi trasferirla in lunghissime condutture fino alla Puglia”. Una quantità davvero ingente, pari a “una volta e mezza l’acqua captata dall’Aca per l’intera Valpescara, quasi tre volte quella distribuita ai rubinetti dopo le perdite” – si legge nel progetto di Aqp.

“Niente acqua alla Puglia”: la risoluzione

Da questa proposta, nasce la risoluzione presentata da Antonio Blasioli, vicepresidente PD del Consiglio Regionale, affinché la giunta si opponga “fermamente a qualsiasi ipotesi di captazione con un atto votato a tutela dell’acqua sia per uso potabile che idroelettrico, a tutela della falda acquifera delle sorgenti del Tirino. Una decisione che troverebbe fondamento nell’importanza che le risorse idriche abruzzesi rappresentano per la regione.

“Considerata la crisi idrica senza precedenti che sta provocando infiniti disagi nelle province di Pescara e Chieti, causata da una dispersione che tocca punte del 60%, riteniamo quantomeno inopportuna qualsiasi ipotesi di riduzione della portata del fiume Tirino, in quanto metterebbe ulteriormente a rischio il rifornimento di acqua per il territorio. Rischio che riguarda anche l’uso idroelettrico e conseguentemente il lavoro nella valle del Tirino“.

Queste parole hanno trovato conferma nelle dichiarazioni di Emiliano Di Matteo e Nicola Campitelli, presidenti delle commissioni regionali Territorio, Ambiente, Infrastrutture e Agricoltura, Sviluppo Economico e Attività Produttive: “La nostra regione non ha alcuna intenzione di vendere o regalare l’acqua abruzzese a nessuno, soprattutto in questo periodo di difficilissima gestione della vitale risorsa per le famiglie e le aziende del territorio”.

Un altro veto arriva anche dal Forum H2O Abruzzo, che si batte contro il progetto (già dai tempi delle primissime iniziative risalenti ad oltre 20 anni fa): la richiesta alla Regione è di aggiornare il piano di tutela delle acque, “per scongiurare definitivamente il ripetersi di queste proposte”.