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Uva da tavola italiana: mai dolce come quest'anno. Come riconoscere le differenze?

L'estate torrida e siccitosa ha ridotto la produzione d'uva, ma ha restituito grappoli dolci come non mai. Ecco le migliori uve da tavola

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Il clima torrido e siccitoso che ha caratterizzato l’estate del 2017 svela il suo lato positivo: la frutta cresciuta durante la bella stagione è dolcissima e non fanno eccezione i grappoli d’uva che hanno concentrato nei propri acini, provati dalla scarsità d’acqua, tutte le sostanze zuccherine che contraddistinguono il frutto a grappoli.
A giovare di questa condizione non è tanto la produzione destinata alla vinificazione quanto l’uva da tavola. Dal Trentino alla Sicilia, dai vigneti della Campania a quelli della Puglia, senza dimenticare i grappoli che crescono nel Lazio, in Toscana e in tutta la penisola, molte uve sono andate perdute per il caldo estremo, ma gli acini sopravvissuti hanno esaltato le loro caratteristiche qualitative.

A causa della scarsità d’acqua e delle alte temperature i frutti cresciuti durate l’estate per sopravvivere hanno attuato meccanismi di difesa contro l’afa. Il calore estremo ha ridotto di molto la produttività, rendendo la polpa meno acquosa, con una concentrazione dei succhi organici e con un conseguente innalzamento della percentuale zuccherina.

Ma non tutti gli acini sono uguali e le vigne italiane sono note per la sfaccettata varietà di grappoli differenti che le viti portano a maturazione. Con i semi o senza, bianca, rossa o nera, frutto del tripudio di sapori che ha origine dalla vitis labrusca, l’uva da tavola più consumata sulle tavole della penisola è quella che porta il nome della nostra nazione. La qualità denominata “Italia” si riconosce per gli acini molto grossi, dalle inconfondibili sfumature di colori che passano dal giallo al verde e dalla forte resistenza alle intemperie e infestazioni, qualità che ne fanno la regina del dopo pasto.

Altra qualità che è possibile assaporare già in piena estate è la “Victoria“, riconoscibile per il colore tendente al giallo e la possibilità d’acquisto ancor prima che il resto dei grappoli sia vendemmiato, matura infatti molto prima degli altri grappoli.

Polpa succosa, acini allungati e dolcezza inconfondibile rendono la tipologia “Pizzutello Bianco” protagonista di irresistibili assaggi. Questo tipo d’uva molto antico, diffuso soprattutto nei vitigni del Sud Italia, è stato importato dalla Siria in tempi remoti.
L’uva Melissa e quella Sultanina sono amate dai bambini e da chi non sopporta i piccoli semi custoditi all’interno degli acini, Mentre la prima raggiunge le tavole già alla fine di agosto, per la Sultanina bisogna attendere qualche settimana in più per la completa maturazione. Ma non tutto il succo è destinato all’assaggio, buona parte dei grappoli viene utilizzato per la realizzazione anche dell’uva passa.

Anche l’universo dei grappoli rossi è molto apprezzato. Particolarmente diffusa è la tipologia Red Globe, originaria delle California, riconoscibile per il colore tendente al violetto. C’è poi la Scarlotta Seedless, senza semi e dal sapore leggermente acido, ottima per chi non ama i sapori troppo dolci e la presenza di semi.

Tonalità scure e consistenza croccante caratterizzano l’uva nera, frutto di selezioni e incroci che hanno impegnato fino dalla metà del secolo scorso i viticoltori di tutto il mondo alla ricerca di tipologie d’uve nuove, resistenti, buone e raffinate. Molto diffusa e apprezzata è la varietà “Michele Palieri” che prende il nome dal viticoltore che negli anni ’50 ricavò grossi acini e polpa croccante, dal colore decisamente scuro, dopo anni di sperimentazioni. Sono tanti anche gli acini della Black Magic, diffusa soprattutto in Puglia e Sicilia, tipologia d’uva molto amata, al pari della Cardinal, proveniente dalla California, o della Autumn Royal molto richiesta per l’assenza di semi, polpa soda e colore intenso.

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