Siccità: che fine farà la Sicilia? L'allarme del Guardian
La Sicilia sta affrontando una grave siccità che rischia di trasformare un terzo del territorio in deserto entro il 2030, secondo l'allarme del Guardian
Sicilia: un territorio un tempo fertile, ora minacciato dalla siccità. Un recente reportage del ‘Guardian’ ha messo in luce le gravi conseguenze di questo fenomeno sull’isola, evidenziando un futuro allarmante. Christian Mulder, professore di Ecologia e cambiamenti climatici all’Università di Catania, ha descritto uno scenario drammatico: dal 2030, un terzo del territorio siciliano potrebbe trasformarsi in un deserto, simile a quelli di Libia e Tunisia.
Emergenza lavorativa e agricola
Nel cuore della Sicilia, la provincia di Caltanissetta è tra le più colpite. Le campagne, un tempo rigogliose, si sono trasformate in distese aride. Gli agricoltori della zona sono in difficoltà, con i campi di grano ormai sterili e il bestiame che fatica a trovare acqua e foraggi. La situazione è così critica che la regione ha dichiarato lo stato di emergenza.
La mancanza d’acqua ha prosciugato i laghetti e i pozzi, trasformandoli in fango. Negli ultimi tre anni, la Sicilia ha registrato temperature record, con picchi di 48 gradi, e una drastica diminuzione delle precipitazioni. Nei primi sei mesi del 2024, le piogge sono calate del 40%, aggravando ulteriormente la situazione.
Coldiretti ha lanciato un allarme significativo: la carenza d’acqua ha già causato la perdita di 33mila posti di lavoro nel settore agricolo del Sud Italia. Gli agricoltori siciliani vivono in una continua incertezza, cercando di adattarsi a un clima sempre più ostile. Beppe Palmeri, un allevatore della zona, ha descritto la disperata ricerca di acqua per il suo bestiame, acquistando migliaia di litri d’acqua per riempire le sue scorte, che però finiscono rapidamente.
Le difficoltà di approvvigionamento idrico sono evidenti. Palmeri ha spiegato che le cisterne e le autobotti faticano ad arrivare nelle aree collinari a causa delle strade disastrate. Questo problema logistico si somma alla scarsa disponibilità di acqua, rendendo la vita degli allevatori ancora più complicata.
Un futuro incerto
Nel Nisseno, i campi di grano, un tempo simbolo della fertilità siciliana, sono ora brulli e deserti. Le spighe di grano, che avrebbero dovuto svettare alte, sono ridotte a giunchi rasoterra. La situazione è così critica che gli agricoltori hanno richiesto il “voucher foraggi” della regione, un fondo destinato a mitigare le perdite economiche. Alcuni degli intervistati coinvolti hanno sottolineato che coltivare un ettaro di grano costa mille euro, ma con un raccolto nullo o quasi, i debiti si accumulano rapidamente.
La siccità non è solo una questione agricola, ma un problema che tocca tutti gli aspetti della vita rurale. Massimo Primavera, direttore di Coldiretti Caltanissetta, ha spiegato che le riserve idriche del bacino del Fanaco si esauriranno presto, lasciando gli agricoltori senza acqua per l’irrigazione.
Le previsioni per il futuro non sono rosee. Christian Mulder ha avvertito che senza un cambio radicale nella gestione delle risorse idriche, la Sicilia affronterà conseguenze drammatiche. Gli incendi, alimentati dalla siccità, hanno già devastato centinaia di ettari di boschi, causando danni enormi e peggiorando la situazione.
Gli allevatori si trovano a dover affrontare decisioni difficili. Senza acqua e foraggi sufficienti, molti sono costretti ad abbattere il bestiame. La transumanza, la tradizionale migrazione stagionale alla ricerca di pascoli, è diventata sempre più difficile a causa della scarsità di risorse.
La Sicilia si trova di fronte a una sfida epocale. La combinazione di cambiamenti climatici, cattiva gestione delle risorse idriche e emergenze ambientali richiede interventi urgenti e soluzioni innovative per preservare il futuro dell’isola e delle sue comunità.