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Arte & Cultura

"Riporterò la Gioconda": promessa del candidato al Museo Egizio

L'egittologo, che è in lizza per la guida del Museo Egizio di Torino, si lancia in una promessa alquanto bizzarra: "Riporterò la Gioconda in Italia"

Pubblicato:

Giulia Sbaffi

Web content writer

Web content writer appassionata di belle storie e di viaggi, scrive da quando ne ha memoria. Curiosa per natura, le piace tenersi informata su ciò che accade intorno a lei.

Sulla proprietà della Gioconda, uno dei dipinti più famosi al mondo, c’è sempre stata un po’ di confusione – sebbene i dati parlino chiaro. Ospite ormai da oltre due secoli al Louvre, dove occupa un posto di primo piano, il quadro è indubbiamente parte del patrimonio artistico della Francia. Tuttavia, c’è chi crede ancora che il suo posto sia in Italia: è il caso di Zahi Hawass, egittologo candidato alla guida del Museo Egizio di Torino, che vorrebbe finalmente riportare la Gioconda in patria.

Il dibattito sulla proprietà della Gioconda

La Gioconda, il celebre dipinto realizzato da Leonardo Da Vinci, è da sempre fonte di grandi dibattiti. Moltissimi esperti discutono ancora sull’identità della donna ritratta, altri ancora invece si lasciano trasportare in lunghe diatribe sul luogo che fa da sfondo al quadro – dilemma attorno al quale sono emerse tantissime ipotesi diverse. Ma un “dettaglio” è ormai fuor di dubbio: l’opera d’arte appartiene al patrimonio francese.

Non è solamente una questione di possesso – sappiamo bene che da oltre due secoli la Gioconda è esposta al Museo del Louvre, dove attira milioni di visitatori ogni anno. La questione della proprietà affonda le radici al ‘500, ovvero al periodo in cui Leonardo realizzò il suo capolavoro (probabilmente iniziato a Firenze). Fu l’artista stesso, infatti, a portare con sé il dipinto e a completarlo ad Amboise, dove trascorse gli ultimi anni della sua vita, presso la corte del Re di Francia Francesco I.

Fonti storiche attestano con sicurezza che Leonardo Da Vinci, portata a termine l’opera, decise di venderla (o forse di regalarla, in segno di gratitudine per la sua ospitalità) proprio al Re di Francia. Insomma, non c’è davvero alcun dubbio sul fatto che la Gioconda appartenga legittimamente allo Stato francese, nonostante le numerose polemiche – e i cori da stadio – che ancora oggi risuonano fin troppo spesso in Italia.

La proposta (improbabile) di Zahi Hawass

Una volta approfondita brevemente la storia della Gioconda, suona subito molto strana la promessa di Zahi Hawass, l’egittologo che è stato caldamente proposto come futuro direttore del Museo Egizio di Torino da parte – nientemeno – del Ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano. La sua dichiarazione, rilasciata ai microfoni dell’Ansa, non può che destare curiosità nel pubblico, soprattutto se si conosce la proprietà del dipinto di Leonardo.

“Al Ministro Sangiuliano chiederò di unire le forze per riportare in Italia tutti i tesori che stanno all’estero, e quindi anche la Gioconda” – ha affermato l’egittologo durante un importante evento che si è tenuto nei giorni scorsi a Orvieto. Le sue parole, benché ricche di promesse interessanti, suonano ovviamente ben poco attendibili per quanto riguarda l’opera di Leonardo Da Vinci.

L’obiettivo che Hawass si è ripromesso di raggiungere è sicuramente importante: ci sono moltissimi capolavori che ormai da lungo tempo stazionano all’estero, talvolta in maniera illegale, e che meritano assolutamente di tornare a far parte del preziosissimo tesoro culturale italiano. Ma la Gioconda non rientra tra questi. Inutile incaponirsi, la sua appartenenza alla Francia è un dato di fatto incontestabile, come più volte sostenuto anche in tribunale.

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